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La storia della sinagoga "muta" di Vidin in Bulgaria

sinagoga abbandonata di vidin

Storia della città di Vidin, dalle radici medievali, fino all'epoca contemporanea, passando dalle forti influenze ottomane e sefardite.

Costruita in puro stile neogotico nel 1894, la sinagoga di Vidin risulta purtroppo abbandonata da poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il motivo dell’abbandono è legato alla fuga, nel neonato Isarele, della comunità ebraica locale, che si salvò dagli orrori dei campi di concentramento nazisti.

Chi non riuscì a salvarsi, tuttavia, fu proprio la struttura stessa, che col passare del tempo è caduta in rovina. La sinagoga venne poi nazionalizzata nel 1950, per volere del regime comunista vigente e soggetto al Patto di Varsavia.

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La sinagoga abbandonata di Vidin

Lo stato di abbandono durò per tutti gli anni ’60 e ’70, le politiche statali e locali fecero poco per rivalutare la sinagoga e poter effettuare dei lavori di restauro. Di questi ultimi si iniziò a parlare negli anni ’80, complice anche il periodo di nuova distensione sullo scenario politico intrenazionale e l’intenzione del Ministero della Cultura Bulgaro di avviare un piano di recupero.

I progetti per recuperarla non durarono a lungo, con la fine dell’epoca comunista, i lavori di restauro furono definitivamente abbandonati nel 1989 e ancora oggi, si riscontrano delle difficoltà nel volerli attuare. Proprio per questo motivo, viene definita la sinagoga muta.

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La città della comunità sefardita

Situata a nord della medesima regione, Vidin è una città che ha una storia legata all’epoca medievale, quando ancora era capitale del Regno di Vidin. Infatti, nel 1356, lo zar Ivan Aleksandar isolò la città dalla monarchia bulgara e nominò suo figlio, Ivan Stracimir, governatore assoluto.

Dopo le sconfitte dell’esercito delle nazioni slave, dovute al primo tentativo di espansionismo dell’Impero Ottomano, la città cadde sotto la sfera d’influenza degli ottomani stessi. Anche se alcuni storici sostengono che il Regno possa essere sopravvissuto fino al 1422 e fu governato da Costantino II, figlio di Ivan Stracimir.

Per via degli eventi successivi all’Editto di Granada (1492), ci fu una forte affluenza di sefarditi sul territorio, essi popolarono molte località europee tra l’Ungheria e la Grecia, inclusa quella di Vidin.

Per cinque secoli, la città danubiana fu fortemente influenzata dalla presenza della comunità sefardita, che portò con sé usanze e tradizioni legate all’ebraismo.

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Vidin oggi

Ad oggi, dopo l’abbandono verso Isarele della comunità ebraica, Vidin è una città di confine con la Romania, collegata ad essa con un ponte costruito sul Danubio, il New European Bridge, che la unisce con Calafat.

I luoghi di interesse della città sono la Cattedrale di San Demetrio e, a livello di cultura locale, il fatto che vi sia nato lo scrittore Mihalaki Georgiev (1854-1916), che insegnò Scienze naturali nelle scuole cittadine dal 1874 al 1878.

Foto di https://twitter.com/Georgi_Milkov_.

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