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Sindrome di Stendhal: cause, sintomi e cure possibili

Sindrome di Stendhal

Andiamo a vedere nel dettaglio la Sindrome di Stendhal, specificando le possibili cause, sintomi, le cure possibili e tutte le novità al riguardo.

La sindrome di Stendhal è un disturbo psicosomatico considerato un malanno tipico dei viaggiatori e delle persone sensibili. Il suo nome deriva appunto dallo scrittore francese Stendhal, che probabilmente si accorse per primo di essere stato colto da questo strano disturbo. In generale, i sintomi più comuni sono le allucinazioni, gli svenimenti, la tachicardia e le vertigini.

Ma andiamo a vedere tutte le novità al riguardo, elencando le cause e le cure possibili.

Sindrome di Stendhal: I sintomi

I sintomi sono davvero tanti, a partire dalle comuni vertigini, svenimenti, tachicardia, fino ad arrivare alle allucinazioni ed attacchi di panico.

La malattia in questione viene chiamata anche Sindrome di Firenze, proprio perché il maggior numero di casi si continuano a manifestare nella splendida città.

La sindrome di Stendhal fu descritta per la prima volta dalla psichiatraitaliana Graziella Magherini che osservò e descrisse poi in un testo scientifico, ben 100 casi avvenuti a turisti in visita a Firenze. Gli italiani, sembrano esserne immuni, mentre risultano essere particolarmente suscettibili i giapponesi ed altre popolazioni d’Europa. Sono presenti anche delle malattie simili, come la sindrome di Parigi che colpisce in particolare chi visita Notre-Dame, e la sindrome di Gerusalemme che si rapporta essenzialmente a contesti religiosi.

La sindrome si può manifestare in tre modi differenti, ovvero da manifestazioni lievi caratterizzate da crisi di panico e difficoltà respiratorie e da manifestazioni più gravi che vedono l’insorgere di paranoia e allucinazioni.

Le cause dell’insorgere della sindrome pare non siano riconducibili a particolari artisti bensì alle caratteristiche di alcune opere correlate alla spiccata sensibilità del soggetto che ne fruisce.

Attualmente la sindrome di Stendhal colpisce non solo i visitatori di musei ma anche chi ascolta un certo tipo di musica moderna di grande impatto, in grado di causare stati di delirio e allucinazioni.

Inoltre, i sintomi presentati dai soggetti colpiti non sono sempre gli stessi, riferibili a un quadro psicopatologico univoco, e ciò non rende possibile inquadrare la sindrome di Stendhal in una particolare categoria diagnostica psichiatrica.

Secondo lo studio della psichiatra Margherini, la Sindrome può manifestarsi in tre modi diversi:

  • disturbi cognitivi: percezione alterata di suoni e colori, sentimenti persecutori o di colpa e ansiosi;
  • disturbi dell’affettività: stati depressivi, senso di inferiorità, il sentirsi inutili; o di superiorità, come euforia, esaltazione, senso di onnipotenza;
  • crisi di panico o proiezioni somatiche dell’angoscia come tachicardia, sudorazione, cattiva respirazione.

Da ricordare che siamo dotati di un cervello visivo con cui possiamo cercare di spiegare e capire la creazione artistica. Allo stesso modo siamo dotati di un cervello artistico, prolungamento di quello visivo, e non si limita solo a registrare la realtà fisica del mondo esterno, ma è piuttosto un creativo, cioè vale a dire che ogni volta che vediamo qualcosa, costruiamo nella nostra testa un’opera d’arte.

Cure possibili

Quando il problema persiste nel tempo, è consigliabile andare da un medico specializzato, che può prescrivere degli antidepressivi o degli antipsicotici.

Nella maggior parte delle volte, a quasi tutti è capitato di rimanere assolutamente affascinati dalla bellezza, fosse per un oggetto d’arte, un’aria musicale o una semplice persona. Probabilmente chi arriva al punto di svenire e di provare malessere davanti alla bellezza in sé conserva una sensibilità estremamente accentuata che risulta difficile da gestire.

Graziella Magherini esaminò circa 106 turisti colpiti dalla sindrome di Stendhal, notando che però le manifestazioni del problema erano diverse: alcuni, infatti, presentavano disturbi del contenuto e della forma del pensiero con intuizioni e percezioni deliranti associate a disturbi della percezione con allucinazioni uditive, fenomeni illusionali e cenestofrenie.

Altri invece riscontravano disturbi affettivi, un umore orientato in senso depressivo con contenuti olotimici di colpa e di rovina e sensi maniacali con euforia e manifestazioni di estasi.

Curiosità

La sindrome di Stendhal non è stata indagata approfonditamente dal punto di vista scientifico, che la riterrebbe un fenomeno privo di una sua specificità psicopatologica, dato che un simile disturbo sembra corrispondere alle descrizioni di casi simili registrati in altre parti del mondo.

Tutti hanno una fissa, caratterizzata dall’insorgenza improvvisa di uno scompenso psichico acuto nel corso di un viaggio intrapreso in solitudine, in luoghi fortemente suggestivi e capaci di indurre forti reazioni emozionali.

Anche lo scrittore russo Fëdor Michailovic Dostoevskij – autore fra gli altri di libri come L’idiota, Delitto e castigo, I demoni e I fratelli Karamazov, soffriva di epilessia, e presentava probabilmente un’epilessia parziale secondariamente generalizzata, con un possibile coinvolgimento del lobo temporale.

Tutte queste supposizioni sono supportate dalle testimonianze di dottori che lo ebbero in cura, così come dalla descrizione delle sue caratteristiche delle crisi epilettiche nei suoi romanzi, specialmente nei casi di Elena in Umiliati e offesi, del principe Myškin ne L’idiota, di Kirilov ne I demoni e di Smerdjakov ne I fratelli Karamazov. Dostoevskij si comportò strano durante la visione del quadro di Holbein, con un volto tumefatto, pieno di ferite sanguinolenti.