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Siracusa, bancaria sospesa per aver girato un film e pubblicato foto a luci rosse

Benedetta D'Anna

Benedetta D'anna, bancaria di Siracusa, è stata sospesa dal suo lavoro a causa della sua vita privata. Il legale della donna pensa si tratti di mobbing

Si può essere sospesi dal lavoro se la propria vita privata e sessuale non è compatibile con il proprio lavoro? Se ciò non accade durante le ore lavorative, non dovrebbe essere un problema. Purtroppo però non tutti la pensano così. Benedetta D’Anna, una dipendente di un istituto di credito di Siracusa è stata sospesa per aver pubblicato alcuni contenuti a luci rosse sui propri Social Network.

Siracusa, una bancaria è stata sospesa per aver pubblicato foto osè sui Social Network

Benedetta D’Anna era già stata ammonita dall’istituto di credito per cui lavorava e, solo successivamente, è stata sospesa. A detta dell’istituto, il motivo della sospensione dal lavoro è dato da una giusta causa. La “colpa” di D’Anna sarebbe quella di aver pubblicato sui Social alcune sue foto osè. Benedetta D’Anna, come riporta Fanpage, ha commentato così il suo licenziamento: “Per me è stato un abuso da parte della banca. Sono una donna che intende sfidare i falsi moralismi. Ma nei giorni scorsi mi è arrivata la comunicazione del licenziamento dove si evidenzia l’inadeguatezza e la mancanza di rapporto fiduciario per il mio comportamento immorale“.

Bancaria sospesa a Siracusa: il commento di Benedetta D’Anna

Benedetta D’Anna ha affermato inoltre che tutto ciò che era pubblicato sui Social Network o era relativo alla sua vita privata, era sempre svolto in orari lontani da quelli del suo lavoro. D’Anna ha infatti sostenuto di essere stata discriminata dall’istituto di credito a causa del suo modo di vivere la sessualità. Benedetta D’Anna non si è data per vinta ed ha continuato a svolgere la sua attività a luci rosse, girando anche un film porno dal titolo: “La bancaria di Siracusa“.

Bancaria sospesa a Siracusa: la posizione del legale di Benedetta D’Anna

Per il legale di Benedetta D’Anna, l’ingiusta presa di posizione dell’istituto di credito nei confronti della donna è riconducibile al mobbing. L’avvocato della donna, Pietro Ortisi, ha dichiarato che: “Le circostanze attinenti la vita propria del lavoratore non godono di alcuna rilevanza soprattutto laddove siano estranee al contesto professionale. Inoltre, i fatti posti alla base della contestazione sarebbero in ogni caso null’altro che libera espressione della sfera sessuale privata e personale della dipendente”. Secondo Ortisi, dunque, Benedetta D’Anna è stata illegittimamente sospesa.