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Siria, simulò il suo sequestro: ora è indagato

Alessandro Sandrini

Ricostruito il caso dell'imprenditore Alessandro Sandrini, che simulò il suo sequestro in Siria: venne liberato dopo tre anni di sequestro.

Alessandro Sandrini è l’imprenditore italiano che simulò il suo sequestro in Siria per poi essere ceduto a un’organizzazione vicina ad Al Qaeda. Il suo rapimento durò tre anni. Fu poi liberato nel 2019. Sandrini ora risulta indagato. Una truffa attuata con la complicità dello stesso imprenditore per mezzo di un gruppo di individui (tre in tutto) arrestati e attualmente in carcere, come disposto dalla procura di Roma. I tre avrebbero proposto ad Alessandro Sandrini, al suo tempo, di simulare un sequestro in cambio di soldi. A Sandrini fu richiesto di raggiungere la Turchia e, una volta arrivato qui, venne dato a un gruppo vicino ad Al Qaeda.

Simulò il sequestro in Siria: indagato

Alessandro Sandrini avrebbe simulato il suo sequestro in Siria con l’aiuto di tre complici. Sarebbero stati proprio questi a convincere l’imprenditore bresciano ad attuare un simile piano, in cambio di soldi. L’uomo fu poi però venduto a un gruppo vicino ad Al Qaeda, per poi essere trasferito in Siria dove vi restò dal 2016 al 2019. Dopo tre anni di prigionia, Sandrini fu infine liberato.

Di cosa è accusato Sandrini

Alessandro Sandrini deve rispondere delle accuse di truffa e simulazione di reato. I tre complici dell’imprenditore sono accusati, invece, di sequestro di persona per scopo di terrorismo. A coordinare il procedimento il procuratore Michele Prestipino e il sostituto Sergio Colaiocco. In esso si cita anche la vicenda di Sergio Zanotti, imprenditore di Brescia come Sandrini, anche lui sequestrato. Zanotti però non risulterebbe indagato. Dei due italiani si persero le tracce nel 2016. Furono liberati tre anni dopo.