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Il software che incastra i serial killer, ecco come funziona

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Viene dagli USA il software che fa arrestare i serial killer. A inventarlo un giornalista in pensione e uno studente del Missouri. Un nuovo software che permette di individuare e arrestare i serial killer. Arriva dagli Stati Uniti. A idearlo, l’ex giornalista Thomas Hargrove in collaborazione con...

Viene dagli USA il software che fa arrestare i serial killer. A inventarlo un giornalista in pensione e uno studente del Missouri.

Un nuovo software che permette di individuare e arrestare i serial killer. Arriva dagli Stati Uniti. A idearlo, l’ex giornalista Thomas Hargrove in collaborazione con uno studente dell’università del Missouri.

Hargrove, ex giornalista da tempo in pensione, ha avuto l’idea di base per la realizzazione del software mentre, per lavoro, analizzava un dossier dell’FBI sulla prostituzione. Dall’intuizione iniziale, Hargrove è passato alla realizzazione di un gigantesco database degli omicidi negli Stati Uniti, chiamato Map, acronimo di Murder Accountability Project. Circa 640 mila delitti, dei quali il 35% ancora privo di un colpevole.

Come funziona il software anti serial killer ideato da Hargrove

L’algoritmo ideato da Thomas Hargrove si basa sull’acquisizione di tutti i dati relativi ai delitti, sulla parametrizzazione attraverso una serie di criteri base, come la localizzazione geografica, il sesso delle vittime o la loro età, le modalità dell’uccisione, e sull’individuazione di alcuni invarianti sulla base dei quali è possibile restringere il campo di ricerca da poter portare davvero all’arresto del serial killer.

Finora, il metodo Hargrove ha avuto conferme dirette di validità in più occasioni, l’ultima delle quali relativa al serial killer dell’Indiana Darren Deon Vann, arrestato nel 2014 e reo confesso dell’assassinio di decine di donne.

Un sistema già usato in passato… per il baseball

Il sistema ideato da Hargrove non è nuovo, in realtà. Si tratta, infatti, nella sostanza, dello stesso metodo impiegato dalla dirigenza della squadra di baseball Oakland Athletics per lo studio delle prestazioni sportive (la vicenda è raccontata nel bel film di Bennett Miller “Moneyball: l’arte di vincere”, con Brad Pitt e Johan Hill). Anche in Italia, la polizia sta iniziando a far uso di software per la prevenzione della criminalità. Uno, ad esempio, è Key Crime. Si tratta di un applicativo che individua, mediante una serie di algoritmi, tutti gli obiettivi a rischio rapina nell’ambito di una città. Grazie a Key Crime, secondo i dati ufficiali, a Milano le rapine si sono ridotte del 57%.