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Soldi Lega in Lussemburgo? Chiesta rogatoria internazionale

Matteo Salvini e i conti della Lega

La Procura di Genova prosegue le indagini sui 48 milioni che la Lega deve restituire allo Stato. E chiede una rogatoria internazionale al Lussemburgo.

La Procura di Genova prosegue l’indagine per capire che fine abbiano fatto i 48 milioni che la Lega dovrebbe restituire allo Stato. I magistrati sospettano che una parte siano finiti in Lussemburgo, con l’intento di farli rientrare in Italia un poco (si fa per dire) alla volta. Sotto la lente della Procura un investimento “sospetto” di 3 milioni di euro segnalato alle autorità antiriciclaggio italiane. Mercoledì scorso una perquisizione alla sede centrale della Sparkasse, la Cassa di Risparmio di Bolzano. Quello stesso giorno interrogati come testimoni anche tre giornalisti che seguono l’inchiesta sui soldi della Lega, e la conseguente dura condanna del sindacato.

Denaro sospetto dal Lussemburgo

La Procura di Genova continua ad indagare sui conti della Lega. Nella giornata di mercoledì 13 giugno la Guardia di Finanza e gli ispettori della Banca d’Italia hanno perquisito la sede centrale della Sparkasse, la Cassa di Risparmio di Bolzano. I magistrati infatti indagano per riciclaggio a carico d’ignoti, dopo una segnalazione sospetta proveniente dal Lussemburgo all’Italia. Si tratta di tre milioni di euro, segnalati dallo stesso Granducato alla Banca d’Italia dopo le elezioni politiche del 4 marzo.

La Procura di Genova sta cercando di capire se questi soldi fanno parte di quei 48 milioni di euro che la Lega deve restituire allo Stato. E soprattutto se sono riconducibili ad esponenti del Carroccio. Oltre alla sede di Bolzano sono state fatte delle perquisizioni anche a Milano e a Collecchio, in provincia di Parma. Inoltre, i magistrati hanno chiesto una rogatoria internazionale al fine di ottenere i documenti sui trasferimenti di denaro sospetti.

Il presidente della Sparkasse, Gerhard Brandstaetter, nega però ogni legame della banca con la Lega. “Anni fa è stato chiuso un conto corrente attivo presso la filiale di Milano e da allora non ci sono più stati rapporti” assicura, come riporta Tpi.it. Brandstaetter spiega infatti: “Per quanto riguarda invece il Lussemburgo si tratta di normali obbligazioni e attività di tesoreria. I controlli della Guardia di Finanza sono legittimi e non riguardano solo la Sparkasse ma anche altri istituti e non potranno appurare altro”.

Che fine hanno fatto i soldi della Lega?

Lo scorso gennaio Matteo Salvini ha affermato che nelle casse della Lega non c’erano soldi. “Al massimo ci saranno 15mila euro”, dichiarava il segretario. La Procura di Genova, invece, ipotizza che qualcuno, durante le gestioni di Roberto Maroni e Matteo Salvini, abbia fatto sparire milioni di euro. Quelli legati al caso dei rimborsi elettorali usati illecitamente dal Carroccio durante l’era Bossi (2012).

Il 26 luglio 2017 il Tribunale di Genova ha difatti condannato in primo grado Umberto Bossi e l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, rispettivamente a due anni e mezzo e quattro anni e dieci mesi, per truffa ai danni del Parlamento. A titolo di risarcimento nei confronti dello Stato viene deciso il sequestro di 48 milioni di euro, ma le Fiamme Gialle ne trovano solo due, di milioni. Il Tribunale dispone quindi il sequestro di tutti i soldi che da quel momento in poi sarebbero entrati nelle casse della Lega, decisione confermata dalla Cassazione nell’aprile scorso. Finora però poco o nulla è transitato nei conti del Carroccio. Da qui l’ipotesi dei magistrati che il partito di Matteo Salvini possa far transitare i soldi all’estero sotto forma di investimenti per poi farli rientrare in Italia.

Interrogati tre giornalisti

Lo stesso giorno della perquisizione alla banca La Stampa, Il Fatto Quotidiano e La Repubblica pubblicano “un articolo che riportava aggiornamenti giudiziari importanti, anche se della vicenda si parla ormai da anni, anche con riferimenti alla Sparkasse di Bolzano” come racconta il giornalista Matteo Indice in una intervista esclusiva a Tpi.it.

Indice, insieme a Ferruccio Sansa e Marco Preve stanno seguendo da tempo il filone dei flussi finanziari della Lega e la mattina della perquisizione si trovano proprio davanti alla sede centrale della Sparkasse. La Guardia di Finanza chiede loro quindi di seguirli in caserma, dove verranno trattenuti per tre ore e interrogati in veste di testimoni (quindi non assistiti dai loro avvocati) su richiesta della Procura genovese.

Immediata la reazione del sindacato che in una nota condanna “il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni, riportando aggiornamenti importanti e di sicuro interesse pubblico su un’indagine finanziaria che riguarda riciclaggio conseguente a truffa ai danni dello Stato nel percepimento di 48 milioni di fondi pubblici”. “Sorprende – denuncia la FNSI – la scelta ‘muscolare’ di magistratura e polizia giudiziaria, il loro tentativo di imbavagliare l’informazione e imbrigliare la libertà di stampa”.

Matteo Indice spiega: “Durante gli interrogatori ci sono state chieste delucidazioni anche abbastanza dettagliate sia sulla nostra presenza a Bolzano sia sugli articoli che avevamo pubblicato la mattina stessa”. Il giornalista precisa: “Non lo definirei un atto intimidatorio – ma – Ho rilevato solo un esercizio dell’azione penale un po’ anomalo. C’erano forme molto più lineari per farlo. Sembrava quasi un atto simbolico“.