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Spagna, cresce lo Ciudadanos: il partito contrario all'indipendenza della Catalogna

Spagna

In Spagna rimangono poche speranze per l'indipendenza della Catalogna, non reputata pronta ad averla. Esistono però altre alternative.

In Spagna, cresce lo Ciudadanos, mentre Podemos è in calo e il Pp di Rajoy rimane il primo partito. Sembra quindi lontana l’indipendenza della Catalogna. Il partito di Albert Rivera ha infatti posizioni nettamente molto dure contro l’indipendentismo. Tutto ciò è dovuto alla crisi che ha colpito i catalani e alla crescita delle tendenze nazionaliste.

In Spagna cresce il partito nazionalista

Il partito di Albert Rivera non dà molte speranze sull’indipendenza della Catalogna. Esso ha posizioni molto rigide verso l’indipendentismo. E’ emerso tutto ciò da un sondaggio Metroscopia pubblicato da El Pais.

In sintesi, se si dovesse andare al voto oggi, sarebbe Il Pp del premier Mariano Rajoy a rimanere il primo partito spagnolo con il 26,9%, in netto calo rispetto al 33,1% delle legislative.

Non solo, Podemos assisterebbe ad una flessione, il 14,7%, rispetto al 19,7% che aveva ottenuto durante il sondaggio di novembre, ma sarebbe in crescita sul 13,1 delle politiche.

Quale sarà il futuro della Catalogna?

Durante un’intervista al quotidiano belga Le Soir, l’ex presidente della Generalitat conferma di essere “sempre” aperto ad accettare “un altro rapporto con la Spagna” e che “è ancora possibile” una soluzione alternativa all’indipendenza Tweet Rajoy a Barcellona per “recuperare la Catalogna con la democrazia” .

Per la Catalogna “un’altra soluzione all’indipendenza è possibile”, lo afferma il leader indipendentista Carles Puigdemont in un’intervista al quotidiano belga Le Soir. Puigdemont si dice favorevole a un accordo con il Governo: “E’ sempre possibile un accordo, sono 30 anni che lavoro per ottenere un altro tipo di rapporto tra la Catalogna e la Spagna, ci abbiamo molto lavorato ma l’arrivo di Aznar ha fermato questo percorso“.

La soluzione, spiega, è “sedersi al tavolo del negoziato”

All’Europa, Puigdemont chiede di fare la stessa cosa che ha fatto con Polonia e Ungheria: valutare se ci sono stati “abusi” di diritti: “Salta agli occhi che il Governo spagnolo non ha rispettato la carta dei diritti fondamentali“.

Secondo il governo Puigdemont: “non pronti per indipendenza” Il Governo catalano “non era abbastanza preparato per applicare l’indipendenza” ha infatti affermato in una intervista alla radio catalana Rac1 anche Clara Ponsati, ministro ora ‘in esilio’ a Bruxelles nel governo destituito da Madrid del presidente Carles Puigdemont.

La Ponsati dichiara inoltre che l’esecutivo catalano non si aspettava una risposta “tanto contundente e autoritaria” da parte di Madrid. Ella continua: “è stata una risposta di guerra“. La dirigente catalana ha inoltre affermato di avere “temuto per la mia integrità personale“.

Sondaggio Spagna, cresce Ciudadanos giù Podemos

Grazie alla crisi catalana ed alla sensibile crescita del nazionalismo spagnolo, che la stessa crisi ha innescato, in Spagna cresce quindi Ciudadanos.

Per la Catalogna, Puigdemont afferma: “C’è un’alternativa all’indipendenza”. In un’intervista il leader indipendentista si dice favorevole a un accordo con il Governo di Madrid. La soluzione ha detto: “sedersi al tavolo del negoziato“.

Sull’Indipendenza catalana, molte sono state le frasi ambigue da Puigdemont ma nessuna svolta. Quale sarà il responso della Spagna?