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Spagna, sacerdote abusa di un minore per anni ma l’Arcivescovado non interviene

Spagna

In Spagna, un sacerdote ha abusato per anni di un minore: la vicenda era nota all’Arcivescovado che, però, ha scelto di non intervenire.

In Spagna, un sacerdote ha abusato sessualmente di un ragazzo di 15 anni: le violenze sono state denunciate dall’adolescente all’ex arcivescovo di Toledo che ha scelto di non intervenire sulla vicenda e di ignorare le accuse per circa cinque anni.

Sacerdote abusa di un minore, il silenzio dell’Arcivescovado

La Chiesa è stata scossa da un nuovo scandalo relativo alla pedofilia: i fatti sarebbero avvenuti in Spagna e avrebbero coinvolto un giovane di 15 anni divenuto oggetto di abusi sessuali da parte di un sacerdote della chiesa di San Tomás Villanueva di La Mancha, in Spagna.

Una volta raggiunta la maggiore età, la vittima delle violenze ha deciso di denunciare quanto accaduto con il sacerdote. Il ragazzo, inoltre, ha anche raccontato di essersi confidato con un altro prete afferente alla chiesa nel 2009, riferendogli gli abusi. La notizia, all’epoca, giunse fino all’allora arcivescovo di Toledo, Braulio Rodríguez, che tuttavia scelse di non prendere alcun provvedimento nei confronti dell’ecclesiastico segnalato, rimasto a contatto con minori fino al 2015.

Interrogato circa la scelta di ignorare le parole dell’adolescente, l’Arcivescovado di Toledo ha dichiarato di aver agito applicando il principio della presunta innocenza del parroco, preferendo non intraprendere alcun provvedimento e non sollevarlo dal proprio incarico.

Pedofilia, la causa pendente al tribunale di Leon

Nonostante l’atteggiamento dimostrato dall’Arcivescovado di Toledo, gli abusi sessuali rappresentano una causa pendente presso il tribunale di Leon, una delle province in cui il ragazzo ha subito violenze e dove ha sporto denuncia nel 2016, non appena diventato maggiorenne.

In questo contesto, la vittima è stata sottoposta a cinque perizie psicologiche, tra le quali una affidata alla squadra forense del tribunale. Ognuna delle perizie ha confermato gli abusi sessuali perpetrati ai danni del giovane, reiterati nel tempo e iniziati poco dopo il suo ingresso in seminario avvenuto nel corso del 2003.

Nel 2004, infatti, il ragazzo si era rivolto al prete per segnalare episodi di bullismo nei suoi confronti ma, dal quel momento, è diventato oggetto delle avance sessuali del religioso.

Sulla vicenda, si è espresso il Pubblico Ministero titolare dell’inchiesta che ha dichiarato: “Da quando ha incontrato la vittima il parroco è diventato il suo confidente spirituale. Gli incontri si svolgevano regolarmente. Nel febbraio nel 2006lo baciò per la prima volta sulla bocca. I due dormivano nella stessa stanza e quando il prete lo baciava gli diceva che lo faceva come fosse suo padre, perciò non si trattava di un peccato”.

Gli incontri, poi, si sono protratti negli anni: spesso, ad esempio, il sacerdote avrebbe condotto il giovane nella sua stanza costringendolo a masturbarsi dinanzi ai suoi occhi e a praticargli del sesso orale.

Sulla base delle informazioni rilasciate dalla Procura di Leon, inoltre, l’ecclesiastico colpevole degli abusi era considerato “un amico, quasi un membro della famiglia del ragazzo”.

L’sms che dimostra la colpevolezza del sacerdote

La colpevolezza del sacerdote spagnolo è stata attestata dallo stesso religioso in un sms, regolarmente depositato agli atti e utilizzato come una delle prove principali destinate a dimostrare gli atti di pedofilia compiuti.

Nel 2009, infatti, la giovane vittima si era scambiata alcuni messaggi con il parroco incolpandolo per i disagi scaturiti dalle violenze sessuali subite. In risposta alle parole del ragazzo, l’uomo aveva scritto “Io davvero non merito di vivere”.

L’uomo, attualmente a processo, rischia di scontare una pena compresa tra gli 8 o i 12 anni di reclusione.