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Spammare: significato e traduzione

spammare

Un'azione che subiamo quotidianamente, ma di cui spesso ignoriamo l'origine. Ecco cosa significa spammare. Per molti è la casella più visitata della posta elettronica, forse anche più di quella della posta in arrivo, dal momento che non si sa mai cosa ci si può trovare dentro. Lo spam è uno de...

Un’azione che subiamo quotidianamente, ma di cui spesso ignoriamo l’origine. Ecco cosa significa spammare.

Per molti è la casella più visitata della posta elettronica, forse anche più di quella della posta in arrivo, dal momento che non si sa mai cosa ci si può trovare dentro. Lo spam è uno degli inconvenienti più noiosi della nostra quotidiana esperienza telematica, nonché il più ricorrente, al quale tutti abbiamo fatto il callo. Trattasi, letteralmente, come bene o male sappiamo ormai tutti, di detriti telematici, messaggi pubblicitari indesiderati, spyware o malware molesti. Dalla parola spam è stata coniato il verbo italiano “spammare”, neologismo ormai accolto ufficialmente anche dai principali dizionari.
Come si evince facilmente, spammare è l’equivalente dell’inglese to spam, o meglio spamming (in inglese si è soliti utilizzare il gerundio in luogo dell’infinito presente quando si sostantivizza un verbo). Tutte queste parole hanno come unica radice la parola spam, la cui origine è alquanto curiosa. Essa infatti deriva da un vecchio e popolarissimo – soprattutto nel Regno Unito – sketch comico del Monty Python’s Flying Circus, trasmesso per la prima volta il 15 dicembre 1970, ambientato in un ristorante: qui, un cliente chiede delucidazioni sul menu, e la cameriera risponde elencando una serie di alimenti che contengono Spam, all’epoca un popolare marchio di carne in scatola statunitense (Spam era la contrazione di spiced ham, prosciutto speziato) distribuito anche in Gran Bretagna; e mentre il florilegio di piatti prosegue in un crescendo rossiniano, un coro di vichinghi (sic…) si unisce alla declamazione ripetendo ossessivamente la parola Spam.
Insomma, l’allegoria è chiara. Spam diviene, suo malgrado, sinonimo di pubblicità molesta e inopportuna, ricorrente e persecutoria. In realtà, già nel corso della Seconda guerra mondiale – forse in virtù della larga diffusione della carne in scatola presso le truppe al fronte -, la parola era utilizzata per indicare qualcosa di ricorrente e/o onnipresente, ma senza accezioni negative. Dalla nascita delle comunicazioni via Internet, il termine ha assunto il significato che oggi conosciamo; di lì, tutti i neologismi da esso derivati, compreso spamming o spammare (ma anche spammer o antispam).