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Sport: Asi, una rivoluzione culturale per mettere sport al centro della ripartenza del Paese (3)

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(Adnkronos) - “C’è stata un grande disattenzione da parte della politica nei confronti di quella che è realmente la pratica sportiva in questo Paese. Nel periodo Covid si è dimostrata poca incisività: avevamo 1mln 260mila tesserati. In un anno si è rido...

(Adnkronos) – “C’è stata un grande disattenzione da parte della politica nei confronti di quella che è realmente la pratica sportiva in questo Paese. Nel periodo Covid si è dimostrata poca incisività: avevamo 1mln 260mila tesserati. In un anno si è ridotta del 30% la base associativa”, spiega Bruno Molea, Presidente di Aics, ente di promozione sportiva. “Serve creare condizioni strategiche politiche diverse, con un nuovo panorama sistemico che possa promuovere lo sport nella giusta direzione togliendo le incongruità che oggi ci sono. Solo così se ne esce”.

E senza grandi limitazioni alla ripartenza e spiegando alla popolazione come lo sport sia sicuro: “Gli studi hanno dimostrato che la diffusione dei contagi non dipende dalle strutture sportive”, ha detto Andrea Pambianchi Presidente Ciwas. “Chiediamo un forte piano di ripartenza e rilancio del nostro settore I gestori di impianti sono pieni di debiti – ha rincalzato – Ora servono anche detrazioni per incentivare i clienti a tornare”. La soluzione ipotizzata da Pambianchi è quella di “operare come farmacie in cui il costo dell’iscrizione venga detratto dalla dichiarazione dei redditi. Ci piacerebbe fare la nostra parte svolgendo anche visite mediche di base perché lo sport sia anche al centro di un piano di prevenzione su larga scala”.

“Lo sport misura il livello del quoziente sociale e culturale di un paese. Lo sport è sempre stato promotore di miracoli sociali, momenti di riappacificazione e ripartenze. Come movimento paralimpico pensiamo di poter davvero testimoniare in maniera inequivocabile quanto lo sport non sia importante solo per la persona con disabilità ma per tutte le persone perché è un luogo dove vengono abbattute barriere di carattere sociale e culturale mettendo al centro il valore della persona”. Lo ha detto Sandrino Porru, Vicepresidente del Comitato Italiano Paralimpico e Presidente Fispes.