Dai tempi in cui correva e ringhiava sul campo ad oggi, seduto sulla panchina rossonera, l’atteggiamento di Gennaro Gattuso non è mai cambiato: cuore, grinta e nessuna paura.
Sempre solo contro tutto e tutti. L’ultimo ad aggiungersi alla lunga lista nera dell’allenatore del Milan è il Ministro degli Interni, Matteo Salvini: “Salvini si lamenta perché non ho fatto cambi? Sentite, io non parlo di politica perché non capisco nulla. A lui dico di pensare alla politica perché con tutti i problemi che abbiamo nel nostro Paese, se il vicepremier parla di calcio significa che siamo messi male”.
La vicenda
Il battibecco tra i due arriva da lontano: infatti, tutto iniziò dopo la partita di campionato contro la Juventus nella quale Gonzalo Higuain fu espulso a causa delle veementi proteste nei confronti dell’arbitro. In quell’occasione il vice-premier disse: “Un professionista come lui non può andare faccia a faccia contro l’arbitro. Sono milanista ed ero allo stadio con mio figlio, il nostro centravanti è pagato milioni anche per controllarsi: due giornate di squalifica sono poche“.
Dopo poche settimane, non si fa attendere un’altra critica nei confronti del club rossonero. Nel post-partita del derby contro l’Inter perso per 1-0, sul proprio profilo di Instagram, scrisse: “Ma è previsto almeno un tiro in porta per tempo da parte del Milan?“.
Ora, dopo il pareggio contro la Lazio per 1-1, è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: “Non ci vuole il patentino per capire che andava fatto qualche cambio, i giocatori erano stanchi, non capisco per quale motivo non abbia cambiato qualcosa nel secondo tempo.
Comunque va bene così“. La replica del tecnico rossonero non si è fatta aspettare: “Salvini parli di politica, non di calcio. Questo è un Paese incredibile. Ha cominciato con Higuain, ora è un’abitudine, poi i biglietti del derby, continuiamo così allora”.