> > Anastasi "Juve da Champions" Il Pelè bianco commenta Ronaldo

Anastasi "Juve da Champions" Il Pelè bianco commenta Ronaldo

anastasi ronaldo

Intervista esclusiva all'ex attaccante "Cristiano Ronaldo può dare alla Juventus la dose d'esperienza per sfatare la maledizione chiamata Champions".

Grandissimo, e come potrebbe non esserlo, l’impatto di Cristiano Ronaldo alla Juventus: 9 sono i gol messi a segno nelle prime tredici giornate di Serie A dal portoghese. Solo un bianconero è riuscito a fare meglio di CR7: Pietro Anastasi, con 10 gol nelle prime 13 giornate nella stagione 1967/68. Il cosiddetto, Pelè Bianco, conquistò i cuori di tutti i tifosi bianconeri a suon di gol e assist, trascinando anche i bianconeri in finale di Coppa Campioni, persa poi 1-0 contro gli olandesi dell’Ajax.

Chi è Pietro Anastasi?

Nato a Catania nel 1948, Pietro Anastasi cresce nelle giovanili del Trinacria, piccola squadra siciliana, per poi fare il salto di categoria nel Varese, dove disputa due grandissime stagioni. Proprio nella squadra lombarda mise a segno una meravigliosa tripletta contro la Juventus che fece scaldare il cuore del patron bianconero Gianni Agnelli. L’avvocato decise quel giorno che Anastasi avrebbe dovuto assolutamente far parte della sua squadra. Sbranata la concorrenza dell’Inter, il giovane attaccante siciliano si trasferì alla corte di Heriberto Herrera nel 1968. Alla Juventus passò la gran parte della stagione aggiudicandosi tre campionati e una Coppa Italia. La sua carriera finì poi con un una breve esperienza all’Inter e un anno all’Ascoli.

Il Pelè bianco è stato uno dei migliori attaccanti della storia italiana. Un ‘nueve‘ d’altri tempi dalla rapidità incredibile e dalla tecnica sopraffina. Grazie alla sua velocità riusciva sempre a mettere in difficoltà qualsiasi difesa avversaria. Anche sotto porta era uno dei migliori: “caccia il goal come uno stallone la femmina“, così venne descritto da Vladimiro Caminiti, ex giornalista sportivo.

L’intervista

Il suo record di 9 gol in 13 partite di campionato è stato raggiunto da Cristiano Ronaldo nella partita contro la Spal. Quanto può influire un giocatore come lui in una squadra come la Juventus?

La Juventus era una squadra già molto forte prima del suo arrivo. Cristiano è un grosso valore aggiunto che porta grande sicurezza e serenità allo spogliatoio. Ronaldo aiuterà i bianconeri soprattutto in Europa dove penso siano i favoriti.

Nel 1972/73 ha disputato una finale di Coppa dei Campioni, persa 1-0 contro l’Ajax. Che ricordi ha di quella partita?

Perdemmo quella partita, quindi i ricordi sono sicuramente brutti. Loro non giocarono una grande partita, ma noi eravamo molto intimoriti da quell’Ajax. Quella olandese era una squadra fortissima che era abituata sempre a vincere. Forse per questo motivo non riuscimmo a sconfiggerli. A ripensarci potevamo fare un po’ di più.

Rimanendo in tema Champions, pensa che quest’anno la maledizione europea che accompagna la Juventus possa finire?

Penso che questo sia l’anno giusto per farlo. Cristiano Ronaldo ha vinto cinque Champions League e un giocatore come lui può dare alla Juventus la giusta dose d’esperienza per sfatare questa maledizione.

Passando dall’Europa all’Italia, lei ha disputato anche due stagioni con l’Inter. Pensa che i nerazzurri possano combattere fino alla fine con la Juventus per lo Scudetto?

Se la Juventus gioca da Juve non c’è storia per nessuno. L’Inter è una squadra forte, ma se dovesse vincere lo scudetto lo farebbe più per demeriti bianconeri che per meriti suoi. Solo la Juve può perdere il campionato.

Lei era soprannominato Pelè Bianco per le sue doti offensive. In chi si rivede nel calcio moderno?

Speriamo che Pelè non si offenda. Il calcio è cambiato tantissimo ed è molto diverso. Per rapidità e caratteristiche quello più simile è Paulo Dybala, ma fare dei paragoni nel tempo non è facile.

Preferisce il calcio di ora o quello di una volta?

Il calcio di una volta era sicuramente più spettacolare e veloce. C’erano molti più gol e meno tattica rendendo le partite molto più avvincenti e divertenti. Ora c’è troppa fisicità e atletismo. Anche gli infortuni erano molto meno: ora il calcio è molto stressante sia a livello mentale che fisico.