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Inter-Napoli, indagato per omicidio volontario un tifoso

Tifoso ucciso, restano in carcere i tre ultrà interisti

L'ultrà 25enne del Napoli potrebbe essere stato alla guida dell'auto che ha ucciso Daniele Belardinelli lo scorso 26 dicembre vicino a San Siro.

Le indagini sulla morte di Daniele Belardinelli, avvenuta durante gli scontri tra i tifosi di Inter e Napoli prima della sfida di San Siro, registrano un passo avanti. Secondo quanto riferisce la Repubblica un ultrà azzurro di 25 anni è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario. Potrebbe essere stato il giovane a guidare la Volvo V40 station wagon (non un’Audi come sembrava in un primo momento) che avrebbe investito l’ultrà del Varese. L’auto, sequestrata nella giornata di giovedì 3 gennaio, è intestata in leasing al padre (incensurato) del tifoso.

Le indagini

Va chiarito che l’iscrizione del registro degli indagati è avvenuta anche a garanzia, come atto dovuto. Sono infatti necessarie ulteriori indagini e rilievi tecnici (alla presenza di legali e consulenti difensivi) da parte degli inquirenti per capire la dinamica precisa di quanto accaduto. La sera del 26 dicembre il 25enne sarebbe stato in auto con altre persone: all’inizio avrebbe provato a negare di essere stato in via Novara al momento degli scontri ma alcune testimonianze avrebbero smentito la sua versione dei fatti.

Le dichiarazioni di Marco Piovella

Nel corso dell’interrogatorio Marco Piovella (il capo ultrà dell’Inter finito in manette) aveva riferito di aver visto Belardinelli disteso per terra mentre veniva travolto da un’auto che “procedeva lentamente”. Dichiarazioni molto importanti che hanno spinto a formulare l’ipotesi dell’omicidio volontario, con Daniele Belardinelli investito forse da due auto e non da una sola.