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Morte Marco Pantani, la madre: “Riaprite le indagini”

Marco Pantani Morte

La madre di Marco Pantani parla della morte del figlio a 15 anni di distanza e invoca la riapertura delle indagini: "Me l'hanno ammazzato".

La morte di Marco Pantani non smette di far discutere nonostante siano trascorsi 15 anni. Troppi i dubbi e i fatti da chiarire. A due giorni dal triste anniversario, Tonina Belletti, la madre dell’indimenticato ciclista romagnolo, si sfoga: “Conoscevo molto bene mio figlio e le sue abitudini. Da subito ho detto ‘me lo hanno ammazzato’, ed ora ne sono ancora più convinta. La mia battaglia continua per la verità. Spero si riaprano le indagini”.

Il corpo senza vita di Marco Pantani fu ritrovato la sera del 14 febbraio 2004 all’interno di una stanza al quinto piano del residence Le Rose a Cesenatico. Ma famiglia e organi di giustizia hanno le idee molte diverse su come sia andata veramente. Giudici ed investigatori insistono nel sostenere che la causa della morte sia assunzione volontaria di cocaina e psicofarmaci; la famiglia, invece, è convinta che Marco abbia subito delle percosse e costretto, in seguito, ad assumere quelle sostanze letali.

La madre crede da sempre che Marco sia stato vittima di un complotto contro di lui: “Gli esami sono stati manomessi. Purtroppo mio figlio dava fastidio. C’era molta invidia perché tutto quello che toccava diventava oro”. Tonina prosegue esprimendo con forte convinzione che Marco “non ha mai fatto uso di droghe durante la mia vita da sportivo. Con lui non riuscivo a parlare della droga. Mi bastava guardarlo negli occhi per capire come stava”. E continua: “Marco è stato ammazzato. Non era caduto in depressione, era solo molto demoralizzato per quello che stava succedendo. La depressione è tutta un’altra cosa. Spero che si riapra il caso”.

Anche il programma televisivo de “Le Iene Show” nell’Ottobre 2018 realizzò un servizio per far riaprire le indagini per i tanti misteri che circondano la morte del Pirata.

Marco è seguito da un amore incondizionato

Più forte di ogni dubbio e della lotta giudiziaria è l’affetto che ricopre Marco fin dal giorno della sua scomparsa. Il Museo gestito dalla famiglia è costantemente visitato da fan e persone che gli vogliono bene: “Qui ho visto gente piangere, è diventato un pellegrinaggio -dice la madre Tonina-. In tanti vogliono ancora un gran bene a mio figlio. Ci sono pullman che da Roma dopo la visita al Papa arrivano a Cesenatico”.

L’ennesimo testimonianza d’affetto è data dalla sua città: presto al grande scalatore verrà intitolata una piazza di Cesenatico.