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Giancarlo Dotto interviene a gamba tesa sulla questione che sta tenendo banco negli ultimi giorni, ovvero il rapporto tra le donne e il calcio. L’editoriale pubblicato sul Corriere dello Sport è destinato a non porre fine alle polemiche, ma al contrario ad alimentarle ulteriormente.
“Collovati? Concetto sacrosanto”
Il giornalista parte da quanto sostenuto da Fulvio Collovati nel corso di Quelli che il calcio (“Quando sento una donna parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco”) definendo “sacrosanto il concetto” ma “sciatto e cavernicolo il modo in cui è stato detto”. Dotto è consapevole di fare un discorso molto “estremo”: “Una donna, ma diciamola femmina, che parla di calcio, non mi rivolta lo stomaco, smette di esistere l’attimo stesso in cui lo fa. Ma non perché sia inadeguata e blateri sfondoni, come insinua maldestro Collovati. Smette di esistere, al contrario, quanto più è adeguata, quando ne parla in modo credibile (…) Lì mi diventa insopportabile. Arrivo a detestarla, per quanto si sottrae al dovere estetico ed etico della differenza, precipitando nell’aberrazione della citazione maschile”.
Gli esempi
“Non potrei mai fare sesso – prosegue il 66enne – e meno che mai amor cortese con una femmina che il calcio parlato lo fa di mestiere. Non ce la farei mai a baciare una, anche bellissima, che ha appena chiesto a Gattuso se ha applicato la tattica del fuorigioco o a Chiellini se marca a uomo nei calci d’angolo”. Non mancano esempi di donne protagoniste nel mondo del pallone. Melissa Satta e Diletta Leotta vengono ‘promosse’ da Dotto ma con giudizi non certo lusinghieri (“Parlano di calcio, ma potrebbe essere botanica, cosmetica o astrofisica. Senza averne la più pallida nozione o lozione, ma felici solo di sedurre il mondo intero”). Così come, con qualche riserva, Ilaria D’Amico: “Per quanto si sforzi di stare alla pari nella mischia del maschio, dov’è che eccelle? Quando si lascia (raramente) scappare l’insensato, la frase che non ha capo né coda, il lampo di vanità (spesso), quando scivola, cioè, nella differenza”.
Wanda Nara
La chiusura dell’articolo sul Corriere dello Sport è dedicata a Wanda Nara, moglie e agente di Icardi: “Nel suo caso la femminilità alla massima potenza diventa minaccia. Wanda pervade il pallone, lo erotizza in ogni sua fibra. Wanda è la perversione diabolica del femminile che non scimmiotta il maschile, ma lo assume come trucco, maschera, travestimento, per averlo ancora meglio ai suoi, suppongo bellissimi, piedi”.