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Cori razzisti durante Cagliari-Juve: Kean e Matuidi le vittime

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Di tutt'altro avviso il presidente cagliaritano Tommaso Giulini: "State strumentalizzando troppo la vicenda. Kean ha sbagliato".

Ancora un altro orrendo caso di razzismo negli stadi italiani. Questa volta gli episodi di discriminazione razziale si sono svolti alla Sardegna Arena di Cagliari, durante la partita contro la Juventus di Massimiliano Allegri.

La goccia che fa traboccare il vaso è l’esultanza di Moise Kean dopo il gol del 2 a o. L’attaccante bianconero dopo aver segnato si avvicina alla curva dei tifosi cagliaritani guardandoli con aria di sfida con le braccia aperte. I supporter sardi rispondono con gestacci, sputi ed insulti nei confronti dell’attaccante italiano. Da quel momento fino al termine della partita, ogni volta che Kean, Matuidi oppure Alex Sandro toccano il pallone numerosi sono gli ululati razzisti provenienti dagli spalti.

A fine partita sulla propria pagina Instagram è stato proprio Moise Kean a prendere posizione pubblicando la foto che lo ritrae esultare davanti ai tifosi cagliaritani con la descrizione: “Il modo migliore di rispondere al razzismo“.

Le parole di Giulini e i precedenti

Nel post-partita ai microfoni di Sky Sport è intervenuto il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini che ha dichiarato: “State strumentalizzando troppo la vicenda. Kean ha sbagliato, il razzismo non c’entra: anche Bernardeschi avrebbe ricevuto lo stesso trattamento se avesse esultato in quel modo”. A rispondere al numero uno del Cagliari è Daniele Adani, il quale, però, viene accusato di essere “moralista”.

Non è la prima volta che Cagliari è teatro di insulti e cori razzisti. In passato la stessa sorte toccò a Sulley Muntari in un Cagliari-Pescara. In quell’occasione il centrocampista ghanese decise di lasciare il campo. Anche l’attaccante dell’Inter Samuel Eto’o e il centrocampista Momo Sissoko vennero a più riprese beccati dal pubblico di casa. Nel 2018 lo stesso Blaise Matuidi si fermò in campo e denunciò all’arbitro di avere ricevuto diversi insulti a sfondo razzista. Insomma, più indizi portano ad una prova, forse, sarebbe il caso di intervenire e smettere di difendere gli autori di queste gesta una volta per tutte.