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Giro d’Italia: la doppia intervista di Betway a Nibali e Oss

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Betway ha intervistato i ciclisti Vincenzo Nibali e Daniel Oss per parlare un po’ di sport e vita personale

Il Giro d’Italia è sicuramente una delle competizioni più note del panorama ciclistico, secondo solo, forse, al Tour de France. In questa fase preliminare, capitani, gregari e squadre si stanno scaldando per bene, analizzando a fondo le tappe e mettendo a punto le strategie migliori per la conquista della maglia rosa. Appuntamento a Bologna per l’incipit delle 21 tappe di questo mozzafiatante evento. Nel frattempo, due protagonisti nostrani di questa competizione, ossia Vincenzo Nibali e Daniel Oss si sono offerti di rilasciare una doppia intervista a Betway per parlare un po’ di ciclismo e di vita.

La doppia intervista di Betway

1. Cos’è per te il ciclismo?
Vincenzo Nibali: Il ciclismo è la mia vita perché è la mia passione. Lo pratico sin da bambino ed ora è diventato la mia professione, permettendomi di diventare ciò che sono
Daniel Oss: Tutto! Amicizia, amore, stile di vita, ragione di vita, lavoro, educazione: tutto!

2. Quando sei salito per la prima volta su una bici?
Vincenzo Nibali: Ero piccolino, accompagnavo mio padre in mountain bike per le salite domenicali intorno a Messina. Lui era coi suoi amici, io cercavo di stargli dietro.
Daniel Oss: Credo a 4-5 anni… triciclo ovviamente. Poi senza ruote di supporto e poi Bmw mtb e corsa a 7 anni prime garette.

3. Chi o che cosa ti ha spinto verso questo sport?
Vincenzo Nibali: Mi piaceva la bicicletta perché mi permetteva di allontanarmi dal mio paese, esplorare nuovi posti, coltivando una mia passione.
Daniel Oss: Bah, c’era un gruppo sportivo che aveva dei ritrovi settimanal, i miei mi ci hanno buttato e mi sono trovato bene. US Aurora: la mia squadra del cuore, la prima.

4. Qual è il sacrificio più grande che hai fatto per il ciclismo?
Vincenzo Nibali: In realtà nessuno in particolare. Mi vedo solo in bici.
Daniel Oss: Faccio fatica a pensare a grandi sacrifici fatti… tutto quello che ho fatto, l’ho fatto senza peso e con grandi obiettivi.

5. A quale ciclista del passato ti sei ispirato di più? Chi era il tuo idolo?
Vincenzo Nibali: Non ho avuto un vero e proprio idolo. Di certo da piccolo quando vedevo le prime gare in televisione seguivo Pantani. A mio padre invece piaceva Moser.
Daniel Oss: Onestamente non ho mai avuto grandi idoli e ispirazioni.

6. Due cose belle del ciclismo?
Vincenzo Nibali: La bicicletta e con essa la possibilità di vedere posti nuovi.
Daniel Oss: Scuola di vita e rispetto.

7. Due cose brutte del ciclismo?
Vincenzo Nibali: Mi piace il ciclismo nel suo totale, ma ovviamente la fatica e la crisi di fame sono gli aspetti più duri, in quei momenti odi tutto.
Daniel Oss: La fatica e le cadute.

8. Qual è il ricordo più bello della tua carriera?
Vincenzo Nibali: La prima vittoria al Giro d’Italia nel 2013. In particolare la tappa vinta sotto la neve alle Tre Cime di Lavaredo.
Daniel Oss: Campionato del mondo a crono a squadre di Ponferrada e Richmond.

9. Quale il più brutto invece?
Vincenzo Nibali: Sicuramente la caduta al Tour de France e quella alle Olimpiadi perché hanno segnato la mia carriera.
Daniel Oss: Una caduta al Tour de France.

10. Che consiglio daresti a un giovane che vorrebbe fare il ciclista professionista?
Vincenzo Nibali: Il mio consiglio è di scegliere una squadra dilettante U23 che non guardi ai risultati ma alla persona, insegnandogli il mestiere del ciclista!
Daniel Oss: Vivi il presente e goditi la vita.

11. Chi pensi sia il giovane più promettente alla partenza di questo Giro 2019?
Vincenzo Nibali: Egan Bernal che tra l’altro ha già dimostrato di poter ambire a un grande risultato vincendo la Parigi–Nizza.
Daniel Oss: Bernal Egan.

12. Chi sono i favoriti alla partenza del Giro d’italia 2019?
Vincenzo Nibali: Tenderei ad essere superstizioso…
Daniel Oss: Vincenzo Nibali!

13. E chi ti auguri che vinca?
Vincenzo Nibali: (ride)
Daniel Oss: Vincenzo Nibali!

14. Quale pensi possa essere la tappa più impegnativa e dove credi si decida il giro quest’anno?
Vincenzo Nibali: Non c’è una tappa ma ventuno, quindi è un percorso di più settimane in cui vince chi dimostra di essere il migliore in ogni tappa.

Daniel Oss: (ride)

15. Che cosa pensi quando mancano ancora 100km all’arrivo e ci sono altre 2 montagne da scalare?
Vincenzo Nibali: Niente di particolare, sono concentrato sull’arrivo ma penso ad alimentarmi e a mangiare perché la crisi di fame può arrivare a tutti.

Daniel Oss: Dico beh, potrebbe andare peggio… potevano mancarne tre!

16. Ci può raccontare qual è la tua routine post-gara fino al giorno dopo?
Vincenzo Nibali: Alimentarsi secondo le indicazioni di Magni dopo il recupero, interviste dopo la doccia se ho ottenuto un buon risultato. Poi albergo, massaggi con Pallini, infine cena, chiacchiere coi compagni e con i familiari. Poi torno in stanza col mio compagno che quest’anno è Damiano Caruso.
Daniel Oss: Dopo tappa vado in doccia e riposo sul bus fino all’hotel successivo. In hotel massaggi, cena e dormire il prima possibile con musica soft. Sveglia con musica punk e via a menare!

17. Chi è il tuo compagno di squadra più divertente?
Vincenzo Nibali: Sono tutti sempre simpatici e divertenti… chi più, chi meno.
Daniel Oss: Sagan, Gatto e Bodnar.

18. Ci puoi dire un segreto: con quali altri ciclisti “rivali” hai un rapporto speciale?
Vincenzo Nibali: Tutti i ragazzi che si allenano regolarmente con me, pur non essendo compagni di squadra. Ad esempio quelli che abitano a Lugano. Una volta Pozzovivo era un mio rivale, oggi un compagno; poi Cataldo, Santaromita che è un grande amico.
Daniel Oss: Marangoni ma ha smesso… e poi Guarnieri con cui siamo amici da sempre.

19. Come descriveresti il tuo rapporto con i Social Network?
Vincenzo Nibali: Sono molto attivo su Facebook e Instagram, mi piace rispondere in prima persona alle domande dei fan. Infatti non ho un social media manager, mi piace farlo personalmente.
Daniel Oss: Divertente, mi diverto

20. Completa questa frase: Se non avessi fatto il ciclista, sarei diventato…
Vincenzo Nibali: Avrei lavorato nel negozio di famiglia, considerato che la fotografia è una mia passione.
Daniel Oss: Un imprenditore di successo!

21. Al di là degli allenamenti prettamente in bici, c’è qualcosa d’altro che ti aiuta a prepararti mentalmente per le gare? Per esempio meditazione, yoga…
Vincenzo Nibali: Non faccio allenamenti particolari, riesco ad essere rilassato di mio, a volte mi capita di riposare anche prima della gara.
Daniel Oss: Musica a manetta e qualche lezione di basso elettrico.

22. Durante le gare, quanto ti accorgi dei tifosi/appassionati a bordo strada? La loro presenza è più un aiuto a spingere di più o una distrazione?
Vincenzo Nibali: Quando sei in strada non dedichi tempo per pensare ad altro, resti concentrato sulla ruota del tuo avversario costantemente. Certo l’episodio del Tour de France è stato comunque un problema visto quello che mi è successo.

Daniel Oss: Mi da una carica pazzesca… ho paura quando invadono la strada perché è pericoloso, ma adoro il pubblico.

23. Durante i grandi giri (Giro d’Italia, Tour, Vuelta…), quanto riesci a estraniarti da tutto ciò che gira intorno alla semplice gara quotidiana? Devi partecipare agli eventi o riesci a concentrarti pienamente solo al lato sportivo?
Vincenzo Nibali: La cosa che mi piace meno è fare le conferenze stampa perché non posso rilassarmi come vorrei. I momenti migliori sono sicuramente i massaggi con Pallini durante i quali posso essere rilassato.
Daniel Oss: Purtroppo non c’è tempo se non per correre la gara…

24. I Grandi Giri sono delle competizioni spietate e difficili, soprattutto dal punto di vista fisico. Riesci a goderteli mentre corri? Se sì, qual è la parte più bella per te?
Vincenzo Nibali: i Grandi Giri sono la specialità che mi piace di più. Io mi diverto sempre in bicicletta, ci sono momenti belli e meno belli ma per un ciclista professionista penso che sia sempre divertente oltre che piacevole.
Daniel Oss: La gente, il pubblico, il nostro staff e i miei compagni: cerco di raccogliere tante emozioni e ricordi durante la gara e a cena. E, ovvio, la gara è dura ma si fa