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Giulio Ciccone conquista il Mortirolo e vince la 16.a tappa del Giro

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Nella Lovere - Ponte di Legno è il corridore abruzzese a primeggiare sotto la pioggia, dopo una lotta senza tregua nel finale con il ceco Jan Hirt.

È Giulio Ciccone il vincitore della 16esima tappa del Giro d’Italia. Nella Lovere – Ponte di Legno è il corridore abruzzese a primeggiare dopo una lotta senza tregua nel finale con il ceco Jan Hirt. Sulle alture del Mortirolo invece, dove le condizioni meteo sono state insolitamente fredde e fuori stagione, è Vincenzo Nibali ad essere protagonista, guadagnando ben un minuto e 23 secondi sullo sloveno Primoz Roglic e consolidando il suo secondo posto in classifica generale dietro l’ecuadoriano Richard Carapaz.

La gioia di Ciccone

Con la tappa del 28 maggio il ciclista di Chieti ha inoltre rafforzato il suo primo posto nella classifica scalatori. Un risultato che Ciccone aveva già in parte preventivato: “Il mio obiettivo principale al Giro era un successo di tappa. La classifica di miglior scalatore è il mio secondo obiettivo ed ho un grande vantaggio che cercherò di gestire al meglio”.

Una volta sul podio però, il corridore del tea Trek-Segafredo non riesce a contenere la gioia: “Da due anni provavo a vincere, dopo il successo del 2016. Da allora, per un motivo o per un altro, non c’ero riuscito: mi ero lanciato in tanti attacchi, ma senza successo. Che dire? Sono contentissimo. In cima al Mortirolo non sono riuscito a mettermi la maglia pesante, nella discesa ero intirizzito”.

Nibali: “Carapaz è molto forte”

Raggiunto dai microfoni di Eurosport, anche Vincenzo Nibali si lascia andare ad alcune dichiarazioni post gara: “L’impossibilità di poter salire sul Gavia ha fatto sì che bisognasse forzare i tempi sul Mortirolo. Abbiamo fatto una buona cosa e diversi uomini di classifica hanno mollato, Carapaz ha dimostrato di essere in forma e ha gestito bene la situazione però in un momento non mi è sembrato al top. Avendo un Landa così ha saputo gestire la situazione, io ho controllato e ho visto che da dietro si stavano avvicinando e quindi mi sono lasciato riprendere senza forzare troppo. Nel finale era giusto collaborare per guadagnare su Roglic”.

Nibali mostra però anche le sue perplessità sulla conquista del primo posto in classifica, sempre più appannaggio di uno scatenato Carapaz: “Non so come si recupera 1’47” su Carapaz, è complicato e sta dimostrando di essere molto forte“.