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Maturità 2019 tra sport e storia: chi era il ciclista Gino Bartali

Gino Bartali

La leggenda del ciclismo italiano (tre volte vincitore del Giro, due volte del Tour de France) ha ricevuto nel 2006 la medaglia d'oro al valor civile.

È uno dei protagonisti delle tracce della prima prova della maturità 2019, ma tra i giovanissimi forse sono in pochi a sapere chi è Gino Bartoli. Per gli appassionati di due ruote (quelle che si muovono grazie alla forza delle gambe e ai pedali), il suo nome evoca una figura che è diventata leggenda nel mondo del ciclismo, tanto da vincere per tre volte il Giro d’Italia e per due volte il Tour de France. Ma “Ginettaccio” – questo il suo soprannome – merita un posto nella memoria italiana anche per aver ricevuto l’onorificenza come “Giusto per le Nazioni” per i meriti durante l’Olocausto.

La carriera di Gino Bartali

Nato a Ponte a Ema (Firenze) il 18 luglio 1914, Gino Bartali dimostra di essere un fuoriclasse in sella alla sua bici fin da piccolo. Il suo esordio in una competizione importante risale al 1935 quando, allora 21enne, si iscrive come indipendente alla corsa Milano-Sanremo, terminando in quarta posizione. Un risultato che accende i riflettori su di lui. In poco tempo tutti gli esperti del settore capiscono che Ginettaccio ha la stoffa per gareggiare con i grandi nomi italiani. Firma il suo primo contratto da ciclista professionista con la Frejus, con cui vince i campionati italiani e partecipa per la prima volta al Giro. I risultati sono buoni ma diventano ottimi solo quando passa alla Legnano e vince il suo primo Giro d’Italia nel 1936. L’anno successivo ripete l’impresa e diventa capitano della squadra italiana. Segue, nel 1938, la sua prima vittoria al Tour de France.

La sua fortuna ha una battuta d’arresto nel 1940, quando si fa largo tra i ciclisti italiani l’emergente Fausto Coppi. Ma nel 1946, proprio contro Coppi, Bartali si assicura il suo terzo e ultimo titolo italiano. Nel 1948 fa il bis in Francia e vince il suo secondo Tour. Pur senza riuscire a replicare le straordinarie vittorie della gioventù, Ginettaccio ha continuato a correre in sella alla sua bici fino al 1954. La morte è sopraggiunta nel 2000, a 86 anni.

Tra sport e storia

Negli anni della seconda guerra mondiale, Bartali si è distinto per il suo impegno a favore degli ebrei italiani oppressi dal regime nazi-fascista. Il ciclista ha trasportato clandestinamente foto e documenti dei perseguitati da una città all’altra, utilizzando ciò che conosceva meglio: la sua bici. Nascosto nella canna e nei tubi, tutto il materiale arrivava a destinazione. Per il suo coraggio, nel 2006 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito la medaglia d’oro al valor civile. Il suo nome è stato iscritto nel Giardino dei Giusti di Gerusalemme, insieme a quello di 500 altri italiani.