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Funerale di Felice Gimondi: "Era testimone di grandi valori"

funerale Felice Gimondi

L'ultimo saluto al campione Felice Gimondi: i grandi del ciclismo portano il feretro nella Parrocchiale di Paladina

Mondo del ciclismo in lutto per la scomparsa di uno dei campioni più grandi di sempre, Felice Gimondi. Il 76enne ha avvertito un malore mentre faceva un bagno in mare e per lui non c’è stato niente da fare. Stava nuotando nelle acque di Giardini Naxos, in provincia di Messina. Ha vinto tre Giri d’Italia: 1967, 1969 e 1976. Prima ancora il trionfo al Tour de France. Correva l’anno 1965. Sua la Vuelta del 1968. Sua anche la vittoria al campionato del mondo su strada del 1973, quando conquistò l’oro a Montjuic. Sono solo alcuni dei suoi grandi successi, conquistati con fatica, sacrificio, sforzo, dedizione e immensa passione. Nel 1965 si era fatto conoscere tra i professionisti con la Salvarani. Poi il passaggio alla Bianchi, a cui è rimasto fedele fino al 1979, anno nel quale decise di porre fine alla carriera in sella alla sua bici. Moltissimi i campioni (amici e storici rivali), i tifosi, gli appassionati e la gente comune ad aver partecipato al funerale di Felice Gimondi.

Funerale di Felice Gimondi, il ricordo

Nomi noti delle due ruote non potevano mancare in occasione dell’ultimo saluto all’ineguagliabile campione bergamasco. Tra questi, Francesco Moser e Beppe Saronni, Paolo Salvoldelli e Moreno Argentin, Giambattista Baronchelli. Non ha voluto rimanere a casa neppure Tonina, la mamma di Marco Pantani. Presenti anche Marino Basso, Davide Boifava, il Ct nazionale Davide Cassani, Maurizio Fondriest, Marco Milesi, Gianmaria Fagnini, Giancarlo Ferretti “Ferron”. Così ricorda l’Eco di Bergamo.

E sono proprio i campioni del ciclismo, la grande ed eterna passione di Gimondi, ad aver portato il feretro nella Parrocchiale di Paladina, dove intorno alle 11 di martedì 20 agosto 2019 si sono tenuti i funerali. Beppe Manenti, G. B. Baronchelli, Massimo Girotto, Osvaldo Bettoni, Dario Acquaroli, Moreno Argentin, Paolo Savoldelli, Giovanni Bettineschi si sono incaricati del feretro. Gimondi è stato accolto dagli applausi della gente arrivata a porgergli l’ultimo saluto. In tanti lo apprezzavano e nutrivano profonda stima nei suoi confronti. Il merito va alla sua riservatezza, alla lealtà che lo ha sempre contraddistinto, ma anche al grande amore per la sua professione e per la famiglia. Sua moglie Tiziana e le figlie Norma e Federica, che mai lo dimenticheranno.

Il monsignor Davide Pelucchi, il vicario generale della diocesi di Bergamo, ha fatto le veci del vescovo Francesco Beschi, impossibilitato a venire. È Pelucchi ad aver celebrato la messa. Con lui anche il parroco di Paladina, don Vittorio Rossi, e monsignor Mansueto Callioni, parroco di Almè e guida spirituale della famiglia Gimondi, altri sei sacerdoti e i padri Giuseppini. Così informa ancora l’Eco di Bergamo.

funerale Felice Gimondi

Le parole del monsignore

Il monsignor Davide Pelucchi ha ricordato i tratti salienti della personalità di Felice Gimondi. Ha fatto riferimento all’amata Val Brembana dove è nato e cresciuto. Indimenticabile il suo spirito di sacrificio, la dedizione e la lealtà. Felice Gimondi, prima ancora di essere un campione in sella alla sua bicicletta, era un grande uomo. Così il monsignore, celebrando la messa, ha anche ricordato l’amore che lo ha sempre legato alla sua famiglia. L’infinito amore per le figlie e per la moglie Tiziana, con cui ha condiviso 51 anni di matrimonio. La donna, all’indomani della morte di Gimondi, lo ha salutato con un bacio e poche parole prima di congedarsi. “Ci vediamo tra poco”.

Poi è stato il turno di monsignor Callioni, un grande amico di Felice Gimondi. “Quante lacrime in questi giorni. Celebriamo qui un vero cristiano. Ha sempre cercato il valore della famiglia, del lavoro, della fede dei semplici, le virtù della costanza, dell’onestà della prudenza, della fedeltà. Abbiamo bisogno di fare memoria dei mille momenti in cui Gimondi è entrato nella nostra vita per dirgli grazie. Grazie per le sue vittorie e anche per le sconfitte, da vero campione. Ci ha insegnato che nella vita non si può sempre vincere. Preghiamo per lui e per noi, per chiedere conforto alla nostra sofferenza”, è il suo ricordo.