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Milan: un mercato faraonico per la zona retrocessione

mercato milan

Nonostante i risultati sportivi decisamente non sorridano, i numeri del Milan per investimenti sul mercato sono allarmanti.

Sembra davvero un’epoca lontanissima quella di Silvio Berlusconi alla guida del Milan, quando il Diavolo faceva paura al mondo sia in campo, con gli innumerevoli trofei vinti, sia sul mercato, quando la rosa rossonera si componeva dei migliori giocatori del panorama internazionale. La squadra più titolata, alle spalle solo del Real Madrid capace di conquistare ben quattro Champions League negli ultimi sei anni, si ritrova a dover fare i conti con la realtà attuale: sedicesimo posto in classifica, soli 6 punti conquistati in queste prime 6 giornate. Numeri da retrocessione, che fan rabbrividire e rendono terribilmente complesso il proseguo della stagione.

Milan, mercato fallimentare

Da quel closing (tanto atteso) del 2016, il Milan è entrato in un vortice da cui non riesce ad emergere. L’esperienza cinese in società si è rivelata un fallimento sia a livello sportivo che d’immagine, con il New York Times in prima linea nelle inchieste sui conti dell’allora presidente Yonghong Li. Da qui l’entrata in scena, nell’estate 2018, del fondo americano Elliott. Sembrava esserci nuovamente speranza, il ritorno di Maldini e Leonardo in società aveva innalzato (e non poco) l’entusiasmo del popolo rossonero. Ma la storia non è cambiata affatto. Eppure, secondo i dati raccolti dall’osservatorio Cies, il Milan è la quinta squadra europea per spese nei trasferimenti dell’ultimo decennio (2010-2019) analizzando il saldo cessioni-acquisti: negativo di 439 milioni, alle spalle solo delle due di Manchester, del Barcellona e del Psg. Se pensiamo alla rosa e ai successi della Juventus in quest’arco temporale, c’è tanto su cui riflettere…