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Bologna, Di Vaio: "Il messaggio di Mihajlovic è di livello mondiale"

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La forza di Sinisa Mihajlovic è stata omaggiata dal capo scouting del Bologna Marco di Vaio: "Merita la panchina d'oro".

E’ una delle notizie che più ha avvicinato il movimento calcistico nel suo complesso, in grado di unire i tifosi di ciascun club in un unico grido: “Forza Sinisa“. Da quella conferenza stampa, durante la quale Mihajlovic annunciò la sua malattia, il calcio si è fermato abbracciando Sinisa. Tanti, tantissimi i messaggi pervenutigli negli ultimi mesi da diversi esponenti del mondo sportivo, sia in privato che in pubblico. La sua presenza sul campo in questo primo scorcio di stagione ha commosso gli amanti di sport, e non solo. La sua lotta contro la leucemia è un inno alla speranza. Non sorprende, in attesa di responso ufficiale da parte dello staff medico, che Mihajlovic voglia sedere in panchina per la sfida più difficile dei suoi ragazzi, Juventus-Bologna.

Di Vaio fa sentire la sua vicinanza

Marco Di Vaio (capo scouting del Bologna) nel corso di una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha voluto omaggiare Sinisa lanciando una proposta emblematica per premiare la forza e il coraggio del sergente Mihajlovic: “Sinisa merita la panchina d’oro. Per tutto quello che ha fatto e sta facendo. La meriterebbe per l’impatto e l’impronta che ha avuto e dato in quei cinque mesi di un campionato fa e per come sta vivendo il presente, anche quando ha 40 di febbre, anche quando la spossatezza potrebbe vincerlo, lui è sempre con noi. Sempre. Il suo messaggio è di livello mondiale, di grande speranza per tutte le persone che vivono un problema come il suo o simile. E lo è dalla comunicazione data al fatto di non nascondersi mai”. Come emerge dalle dichiarazioni di Di Vaio, Mihajlovic non è un semplice allenatore di calcio, ma un esempio di vita. E ciò, prescinde naturalmente dai risultati sportivi. L’ex attaccante del Bologna ha, infine, elogiato la sua professionalità anche nei momenti più complessi: “Non salta una riunione con lo staff, una seduta, un allenamento, nonostante non sia al massimo delle forze. Chiama i giocatori, li motiva. Quando è venuto alle partite lo hanno visto tutti, ma è il lavoro quotidiano che lo rende ancora più forte. Ogni suo sguardo, ogni sua parola scatena nel gruppo una reazione”.