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Le differenze tra Serie A e Premier League spiegate da tre calciatori

intervista a tre giocatori del west ham

Le parole di Ogbonna, Sanchez e Anderson riguardo le principali differenze tra la Serie A e la Premier League.

Nonostante si tratti dello stesso sport e di conseguenza le regole siano uguali per tutti, risulta impossibile non notare le differenze tra Serie A e Premiere League, due dei campionati più rinomati e impegnativi d’Europa. A parlarne sono proprio tre giocatori professionisti nell’intervista rilasciata a L’Insider che da differenti squadre italiane si sono ritrovati compagni all’interno del West Ham: Angelo Ogbonna, dalla Juventus, Carlos Sanchez, dalla Fiorentina e Felipe Anderson, dalla Lazio.

Le parole di Angelo Ogbonna

Secondo il difensore italiano la differenza principale tra i due campionati è prettamente tattica. In Inghilterra si gioca con più intensità perché gli avversari tendono a giocare maggiormente “uno contro uno” rispetto a quelli italiani. In Serie A, infatti, la parte difensiva è vista più come un lavoro di reparto piuttosto che come compito individuale di ogni difensore. Un’altra tra le differenze tra Serie A e Premiere League è che i tifosi italiani sono più esigenti rispetto a quelli inglesi, i quali tendono a sostenere la squadra solo quando vince. L’ultima invece riguarda gli allenamenti: nello specifico in Premiere League non esiste la “doppia sessione”, ovvero il doppio allenamento nello stesso giorno, cosa molto frequente nel campionato italiano.

Le dichiarazioni di Carlos Sanchez

A sentire il parere del colombiano, la differenza sostanziale è che in Italia ci si allena di più, con maggior intensità e non esiste il giorno di riposo settimanale, che invece in Inghilterra è dato per scontato. Altro punto di divergenza tra i due campionati è che in Premiere League il gioco è molto più fisico rispetto alla Serie A, in cui si dà maggior importanza all’aspetto difensivo.

L’opinione di Felipe Anderson

Secondo l’ex centrocampista laziale la differenza fondamentale sta nell’intensità del gioco. In Inghilterra si gioca in modo molto più veloce e la palla non si ferma mai mentre in Italia il gioco è più bilanciato. Citando le sue parole: “c’ ho messo più o meno 10 partite per non fermarmi neanche un secondo”. Inoltre negli allenamenti in Premiere League si gioca molto di più con la palla rispetto a quelli in Serie A, aspetto che i giocatori apprezzano molto.