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Addio a Trinche Carlovich, leggenda argentina e idolo di Maradona

Trinche Carlovich

Giocate leggendarie e rifiuto ad ogni tipo di schema: il calcio argentino piange Tomas 'El Trinche' Carlovich, idolatrato anche da Maradona.

L’Argentina si stringe e piange una delle sua leggende, genio calcistico e perfetta incarnazione del “ribelle”. Tomas Carlovich, detto ‘El Trinche’, è morto a 71 anni. Si trovava in coma dopo aver battuto la testa con violenza mentre cercava di impedire che alcuni malviventi gli rubassero la bici.

Il padre era emigrato in Argentina negli anni 30. Tomas, capelli lunghi e giganteschi baffoni, pur non avendo mai giocato in grandi squadre o vinto trofei, aveva conquistato una certa popolarità grazia alle sua giocate ricche di genio e il suo completo rifiuto degli schemi.

Un talento, quello del Trinche, riconosciuto anche da colui che secondo molti è il più forte di sempre: Diego Armando Maradona. Nel 1993 Maradona, in vista dei Mondiali di USA ’94, andò a giocare nel Newell’s Old Boys di Rosario. Ovviamente fu venerato da tutti. Quando un giornalista lo definì il più grande giocatore della storia della città, Maradona rispose: non è vero, nessuno è come El Trinche.

Addio a Trinche Carlovich

Carlovich infatti fu legato a due squadre, il Rosario Central e il Central Cordoba. Nonostante la possibilità di andare a giocare in altri paesi (Francia o USA) lui preferì sempre rimanere a casa. “Non mi è mai piaciuto stare lontano dal mio quartiere, dalla casa dei miei genitori, dal bar dove vado di solito, dai miei amici e dal “Vasco” Artola, che mi ha insegnato come colpire la palla quando ero un ragazzo.” disse.

Il marchio di fabbrica del Tinche era il doppio tunnel. Le persone prendevano dall’assalto le tribune solo per vederlo e i dirigenti del Central gli davano un premio per ogni volta che lo eseguiva. Da oggi il calcio è meno poesia.