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Morto Mario Corso, fenomeno della grande Inter di Herrera

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All'età di 78 è morto Mario Corso, fenomeno mancino della Grande Inter degli anni Sessanta che dominò in Italia e in Europa.

Secondo quanto riporta l’Ansa, è morto all’età di 78 anni Mario Corso, centravanti della Grande Inter. Da giorni si trovava ricoverato in ospedale, dove si è spento. Sotto la guida di Helenio Herrera vinse tutto tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’70. Fu lui ad inventare la punizione a “foglia morta” che con il suo fenomenale mancino ingannò molti portieri dell’epoca.

Mario Corso, morto fenomeno dell’Inter

Un grave lutto ha colpito il mondo Inter nella giornata di sabato 20 giugno: è venuto a mancare Mario Corso, morto all’età di 78 anni dopo giorni di ricovero in ospedale.

Il fenomenale mancino negli anni Sessanta fu tra i principali protagonisti del dominio intercontinentale della Grande Inter, trovando in Helenio Herrera un allenatore che riuscì a valorizzare le sue enormi doti tecniche.

Una vita nerazzurra

La carriera di Mario Corso è sempre stata a tinte nerazzurre. Con la maglia meneghina ha giocato dal 1957 al 1973, per poi chiudere definitivamente con il calcio giocato nel 1975, dopo una breve parentesi al Genoa. Con l’Inter ha giocato 502 gare vincendo 4 scudetti (1963, 1965, 1966, 1971), le due coppe dei Campioni nel 1964 e nel 1965, così come le due Intercontinentali negli stessi anni.

Fu il primo in grado di emulare la punizione “a foglia morta” del brasiliano Didì. Dotato di un mancino sopraffino, riusciva ad imprimere una traiettoria imprevedibile al pallone, rendendo complicata la vita ai portieri.

Nell’Inter tornò nella stagione 1985-1986, subentrando come allenatore a Ilario Castagner, facendo ottenere alla squadra un dignitoso sesto posto, viste le circostanze.