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De Laurentiis: "Alla Uefa fanno gli gnorri per Barcellona"

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Aurelio De Laurentiis accusa la Uefa di ignorare la situazione coronavirus a Barcellona, chiedendo spostamento del match in un'altra sede.

Il vulcanico presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis nel corso di un’intervista ha parlato dell’impossibilità si giocare il ritorno degli ottavi di Champions a Barcellona, vista la situazione coronavirus ancora grave in Spagna, puntando il dito contro la Uefa e le istituzione sportive italiane, incapaci di far ripartire la macchina della Serie A e incerti sulla riapertura degli stadi a settembre.

De Laurentiis: “No al ritorno a Barcellona”

Aurelio De Laurenttis è famoso per dire le cose senza peli sulla lingua, e anche stavolta intervistato da Skysport non ha rispamiato accuse nei confronti della Uefa per la conferma del ritorno di Champions a Barcellona: “Sentiamo arrivare dalla Spagna delle grandi perplessità e paure. Dalla Uefa fanno gli gnorri, non c’è nessuno che sa fare impresa. Se loro hanno deciso che la Champions si fa in Portogallo e l’Europa in Germania, credo che per gli ottavi possiamo andare in Portogallo o Germania“.

Il vulcanico presidente del Napoli non le ha mandate a dire neanche al presidente della Figc Gravina: “Gravina mi ha sempre detto che è una follia partire il 12 settembre. Ci sono le partenze a fine agosto per le nazionali e poi ci sono cinque squadre impegnate in Europa, chissà fino a quando. Poi dobbiamo dare almeno dieci giorni di riposo ai calciatori e, appunto, ci sono le nazionali. Quando facciamo il ritiro allora?”

Stadi e diritti tv

Per settembre è prevista la riapertura degli stadi, ma a De Laurentiis non è piaciuta la gestione politica della faccenda: “Abbiamo questi geni del comitato e non so dove li abbiano trovati. Basterebbe che le venti società di A facessero causa per un miliardo a questi signori e accadrebbe lo scandalo. Questo è il paese dei grandi titoli, o il paese riprende o fallisce. Se vogliono metterci una lapide sopra non lo so, dobbiamo emigrare per andare dove? Ce lo dicessero“.

Da presidente di uno dei club più prestigiosi in Italia, rimane qualche perplessità per la gestione inconcludente dei diritti tv:”Pur sembrando caotica e disunita, la Serie A ha dimostrato di essere interesse per sei fondi, ora dobbiamo capire se continuare a far guadagnare gli altri o siamo imprenditori per rafforzare i nostri club e quindi fare stadi, comprare bravi calciatori e accontentare i tifosi”.