La squalifica per doping attribuita dal TAS ad Alex Schwazer a seguito degli esami svolti nel 2016 continua a creare polemiche. Il marciatore, a causa della sentenza, dovrà restare ai box fino al 2024 ed ha subito la cancellazione dei titoli vinti nell’anno incriminato, ma ancora oggi restano alcuni dubbi in merito alle analisi effettuate sulle urine quattro anni fa. Il RIS di Parma, per questa ragione, ha avviato nei mesi scorsi delle indagini in merito su indicazione del PM incaricato.
Doping, le analisi su Schwazer dal 2016 al 2018
Le analisi delle urine di Alex Schwazer furono svolte su un campione prelevato il 1º gennaio 2016. Gli esiti furono negativi, ma alcuni controlli più approfonditi rivelarono tre mesi dopo la presenza di metaboliti di testosterone. L’atleta e il suo staff si erano immediatamente difesi dalle accuse, affermando che i livelli di testosterone fossero minimi e incapaci di dare effetti dopanti, ma questo non era stato sufficiente ad evitare al marciatore la squalifica, anche a seguito del ricorso dei legali del marciatore. Questi affermarono in aula che i campioni erano stati manipolati. Una prova a sostegno di questa tesi emerse nel 2018, quando il RIS di Parma a seguito di nuove analisi trovò un’alta concentrazione di DNA all’interno dei campioni di urina risultati positivi.
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