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Calcio, morto il padre di Carlos Tevez: aveva contratto il Coronavirus

morto padre Carlos Tevez

Grande lutto per il calciatore del Boca Juniors Carlos Tevez: il padre Segundo è morto a causa del Coronavirus.

Il Boca Juniors piange la morte di Segundo Tevez, padre adottivo del noto attaccante Carlos Tevez. Lo ha reso noto un comunicato ufficiale dei Boca Juniors. Segundo Tevez o Don Segundo, come veniva chiamato in segno di rispetto, è deceduto a seguito di complicanze dovute al Coronavirus. Da tempo il padre di Tevez era affetto da diversi problemi di salute che lo ha portato a subire un intervento al collo, poi il Coronavirus che ha aggravato ulteriormente il già difficile quadro clinico del padre.

Carlos Tevez non ha mai dimenticato quello che il padre ha fatto per lui. In un’intervista rilasciata a TyC Sports, il bomber del Boca Juniors ha raccontato di come Segundo adottandolo gli abbia dato un futuro e una famiglia senza chiedergli nulla in cambio, anzi spronandolo a giocare a calcio. “Mio padre si è preso cura di me senza avere niente a che fare con me . Ha visto un ragazzo che era indifeso, che non aveva una guida, e si è preso cura di qualcosa che non doveva”, ha dichiarato Tevez.

Morto il padre di Carlos Tevez

“Il Boca Juniors piange la morte di Don Segundo, il padre adottivo di Carlitos, e accompagna la famiglia Tevez e i loro amici in questo momento di dolore e tristezza”. Così la squadra argentina Boca Juniors ha voluto dare l’ultimo saluto a Segundo Tevez, padre di Carlitos che è deceduto il 21 febbraio a seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Malato da tempo, Segundo Tevez soffriva di diabete e si era sottoposto qualche mese fa ad un intervento al collo. Poi il Coronavirus che ha reso ancora più fragile la sua salute.

Nel 2014 una tragedia sfiorata con il padre che è stato rapito e poi liberato dopo aver pagato un riscatto. Tevez in un’intervista a TyC sports ha raccontato di come sia legato al padre adottivo che non gli ha mai fatto mancare nulla: “Un giorno mi ha afferrato e mi ha parlato del mio vero padre. Mi ha detto che non era mio padre, mio ​​padre era stato ucciso prima che io nascessi. Quello è Segundo, quello che ha messo la famiglia sulle spalle e l’ha portata avanti. Mi ha sempre spinto nel giocare a calcio. Ha sempre lavorato e non ha mai voluto, che io lo aiutassi finanziariamente. Mi diceva che costruire muri era la sua vita, che si era divertito”.