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Spotify: bug che colpisce hard disk del computer

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Spiacevole inconveniente per gli utenti Spotify, spaventati da un bug in grado di infettare hard disk e SSD. Ma niente paura: è già stato rilasciato il fix. Sono stati giorni di panico per milioni di utenti Spotify , messi in allarme dalla scoperta di un bug che infetta le versioni per Linux, Win...

Spiacevole inconveniente per gli utenti Spotify, spaventati da un bug in grado di infettare hard disk e SSD. Ma niente paura: è già stato rilasciato il fix.

Sono stati giorni di panico per milioni di utenti Spotify , messi in allarme dalla scoperta di un bug che infetta le versioni per Linux, Windows e Mac della popolare applicazione per scaricare e condividere file musicali. Un inconveniente reso ancora più insostenibile dal fatto che, stando a quanto è emerso dalle prime indiscrezioni e dalle dichiarazioni ufficiali, l’azienda fosse al corrente del problema da diversi mesi ma abbia tenuto la bocca chiusa, esponendo i computer dei suoi utenti a un grave rischio. Solo ora, proprio quando Spotify è riuscita a mettere a disposizione gratuitamente di chiunque ne abbia bisogno il fix per risolvere il problema, sono emerse le responsabilità della compagnia svedese.
Il bug aveva un comportamento alquanto subdolo, e i danni che provocava erano visibili solo dopo un tempo considerevole, spesso quando la situazione era già compromessa. In pratica, questa falla di programmazione scriveva e riscriveva enormi quantità di dati sugli hard disk e gli SSD installati nel personal computer degli utenti, rendendo lo stoccaggio dei file musicali scaricati particolarmente ingombrante: molti utenti hanno registrato anomalie di occupazione della memoria dei loro dispositivi nell’ordine di diversi gigabyte, in alcuni casi addirittura dei terabyte, il che ha portato all’esaurimento, tanto rapido quanto inspiegabile, dello spazio memoria a disposizione dei dispositivi stessi. Ma non è finita: le continue e frenetiche riscritture hanno sottoposto i dispositivi di archiviazione dei dati a uno stress notevole, che porta al loro rapido deterioramento. L’evento si verificava anche quando Spotify non era utilizzato, il che ha portato diversi utenti a insospettirsi: le prime segnalazioni nel forum di Spotify risalgono allo scorso giugno.
Il problema è stato risolto definitivamente solo tre giorni fa. Il 15 novembre, infatti, Spotify ha rilasciato una patch denominata Spotify v. 1.0.42, deputata a eliminare il bug una volta per tutte. Nel frattempo, alcuni utenti più esperti avevano individuato il problema in un errore di scrittura contenuto nella stringa Mercury.db. Ma i meno pratici di codice C++ (vale a dire la stragrande maggioranza degli utenti) hanno preferito attendere la patch ufficiale per risolvere il problema senza correre rischi ulteriori.