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Stalker mandava messaggi su Fb a minori: bidello a processo

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E' stato disposto un processo con rito abbreviato per l'adescamento di minori finalizzato a compiere atti sessuali. Il soggetto imputato è un 56enne di Bari, collaboratore scolastico in un istituto della città. Nel corso dell'udienza preliminare dinanzi a Giulia Romanazzi, gup del Tribunale di Ba...

E’ stato disposto un processo con rito abbreviato per l’adescamento di minori finalizzato a compiere atti sessuali. Il soggetto imputato è un 56enne di Bari, collaboratore scolastico in un istituto della città. Nel corso dell’udienza preliminare dinanzi a Giulia Romanazzi, gup del Tribunale di Bari, l’uomo avrebbe scelto il rito alternativo; il processo inizierà il prossimo 2 marzo. Quello che può essere a buon diritto definito come uno stalker avrebbe adescato su Facebook tre ragazzine; all’epoca dei fatti avrebbero avuto rispettivamente 10, 12 e 14 anni.

Stalker puntava minori

Si può leggere nell’imputazione a carico dello stalker che puntasse ai minori, con riferimento alle tre ragazzine “inviando alle bambine numerosi messaggi contenenti lusinghe esplicite“. Gli episodi contestati al 56enne si riferiscono agli anni 2015-2016. A coordinare le indagini la pm Simona Filoni, congiuntamente alla Squadra Mobile della Questura di Bari; il tutto sarebbe partito dalla denuncia dei genitori di una delle tre presunte vittime. Solo gli accertamenti hanno consentito di raccogliere le testimonianze dei minori. “Ti va di vederci e prendere una bella cosa?“, “Ti amo anche se sei piccola“, “Posso amarti un po’?“, “Ho perso veramente la testa per te“, “Domani sto vicino alla scuola, se vuoi ti offro un bel gelato, domani sei mia“, questi sono solo alcuni dei lascivi, nonché discutibili messaggi inviati a mezzo chat. L’uomo, negli stessi invitava esplicitamente le ragazzine ad un incontro, circuendole con complimenti, frasi di circostanza e cenni d’ affetto.

Come tutelarsi dal cyberstalking

Come sappiamo, sono sempre più frequenti i casi di stalking e cyberbullismo. Lo stalker, per definizione è qualunque soggetto solitamente affetto da un disturbo della personalità; disturbo che lo spinge a perseguitare, ossessivamente e ripetutamente nel tempo, un’altra persona. Il tutto si attua minacce o pedinamenti. E ancora, molestie e attenzioni indesiderate. Man mano che il progresso tecnologico avanza e con esso aumentano i mezzi di comunicazione a disposizione, aumentano esponenzialmente i casi di molestie, siano esse compiute fra adolescenti o fra soggetti adulti. Non ultimi i casi di adulti che molestano minorenni attraverso i social network, mail, sms e chat.

Un intervento legislativo a tutela delle vittime di stalking e cyberstalking ò è avvenuto, in Italia, nell’ambito della legge sul femminicidio, approvata dal nostro Parlamento. Sono state inasprite nel tempo le pene per lo stalking, introducendo, soprattutto, pene più severe per lo stalker che commette il reato attraverso strumenti informatici e telematici come le persecuzioni su Facebook. Qualora dunque si fosse vittima di stalking informatico il primo passo consigliato è di conservare le prove. Sms, chat et similia non devono essere cancellati ma anzi salvati con dovizia. Su questo ci viene ancora una volta in aiuto la tecnologia: aumentano di settimana in settimana app in grado di salvare su backup cloud e con password di sicurezza i nostri dati sensibili. Idem per i social network: il backup dei messaggi è sempre consigliabile.

Denunciare per sconfiggere

Il passaggio successivo dev’essere, sempre e comunque di rivolgersi alle autorità del caso e sporgere una querela. Nei casi di cyberstalking, inoltre può essere utile riferirsi alla Polizia Postale. I loro agenti, infatti, vengono formati in maniera specifica per tutti i casi telematici e posseggono i mezzi, le conoscenze e la capacità di immediato intervento sul campo. In quest’ultimo caso ci si può presentare direttamente con le prove precedentemente salvate e verbalizzare le proprie accuse. Nel caso in cui la vittima di stalking o cyberstalking fosse una persona disabile o un minore, ossia le categorie più sensibili e bisognose di tutela, è utile sapere che non sia necessaria alcuna querela. Le indagini infatti, in questo caso vengono avviate d’ufficio. Dunque è sufficiente una semplice segnalazione o una denuncia e le autorità competenti provvederanno alle indagini e all’esecuzione dei provvedimenti del caso.