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Sting, nuovo album, migranti, Trump e riscaldamento globale

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Sting e il suo nuovo album “57th & 9th”. L’ex leader dei Police ha parlato di sé, della sua musica e di molto altro, da Trump al riscaldamento globale. A Milano per presentare il suo nuovo album intitolato “57th & 9th”, Sting ha parlato a ruota libera, ondeggiando fra musica, pol...

Sting e il suo nuovo album “57th & 9th”. L’ex leader dei Police ha parlato di sé, della sua musica e di molto altro, da Trump al riscaldamento globale.

A Milano per presentare il suo nuovo album intitolato “57th & 9th”, Sting ha parlato a ruota libera, ondeggiando fra musica, politica e attualità. Il musicista britannico, noto da tempo per il suo interesse verso molte cause civile, ha raccontato del concerto di riapertura del Bataclan, a Parigi, dicendo che la sua idea, in quell’occasione, era “quella di lenire le ferite e far star meglio la gente”.

Al Bataclan una serata difficile

“Non è stata una serata facile”, ha poi raccontato Sting, “perché avevo due compiti: rendere omaggio alle vittime, alle famiglie e ai sopravvissuti presenti, e celebrare la riapertura di un teatro da cui sono passato io stesso nel 1979. Abbiamo iniziato con un minuto di silenzio e con ‘Fragile’, che ritenevo appropriata per la situazione, e ho voluto il trombettista Ibrahim Maalouf perché ritenevo importante avere una presenza islamica sul palco. C’era una donna che ha assistito all’intero concerto tenendo in alto una foto del suo figlio: mi ha ricordato le madri dei Desaparecidos. Poi la serata ha preso una piega più gioiosa”.

Empatia per guarire il mondo

L’autore di tante canzoni a tema politico (un esempio per tutti, “Russians” nel suo album di esordio da solista, “The dream of the blue turtles”) si è detto convinto che l’unica soluzione ai tanti problemi del mondo sia “l’empatia”. Riferendosi ai migranti, ha detto che dovremmo immaginarci tutti “con le nostre famiglie su quei barconi, perché non è detto che non possa succedere anche a noi”. “Questa gente”, ha poi notato, “fugge da guerre combattute con le armi che produciamo qui in Europa”.

Preoccupante che Trump consideri il riscaldamento globale una truffa

Fra i tanti temi c’è spazio anche per il riscaldamento globale, “un tema fondamentale”, trattato “in modo ironico (nell’ultimo album, ndr) nella canzone One Fine Day”, in cui si parla della speranza che si tratti di un grande imbroglio, “come dicono coloro che negano le prove scientifiche”. “Il fatto che il presidente eletto degli Stati Uniti sia uno di quelli che lo considera una truffa è preoccupante”.