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Stop sciopero selvaggio, disegno di legge in Parlamento

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I recenti scioperi che hanno paralizzato Pompei e Fiumicino e che hanno suscitato da più parti commenti sdegnati, hanno risvegliato il dibattito su un tema dormiente, sul quale sono state preparati, ad oggi, già due disegni di legge di riforma. Il primo, a firma dell'ex ministro del lavoro Mau...

I recenti scioperi che hanno paralizzato Pompei e Fiumicino e che hanno suscitato da più parti commenti sdegnati, hanno risvegliato il dibattito su un tema dormiente, sul quale sono state preparati, ad oggi, già due disegni di legge di riforma.

Il primo, a firma dell’ex ministro del lavoro Maurizio Sacconi, il secondo a firma del senatore del Pd Pietro Ichino.

Il lavoro della Commissione affari costituzionali del Senato dovrebbe iniziare già il prossimo settembre e l’obiettivo dichiarato è quello di evitare nel modo più assoluto il ripetersi di episodi quali quelli degli ultimi giorni.

Fra le varie proposte contenute nei due disegni di legge, quella più importante, in termini di impatto reale, dovrebbe essere quella che mira a introdurre una soglia minima di consenso per poter indire uno sciopero.

La novità è che a proclamare lo sciopero possano essere solo quei sindacati o gruppi di sindacati che abbiano almeno il 50% della rappresentanza del totale dei lavoratori, oppure che abbiano solo il 20%, ma che riescano a raggiungere la soglia minima tramite un vero e proprio referendum preventivo fra i lavoratori. Le proposte Sacconi e Ichino differiscono per alcuni dettagli, ma hanno senza dubbio in comune lo spirito del provvedimento, che peraltro non sarebbe dissimile da quello in vigore in altre parti d’Europa (e non si tratta solo della solita Germania, ma anche di Spagna e Grecia).

“Finché in campo c’era solamente la mia proposta” ha commentato l’ex ministro Sacconi “non ho voluto forzare più di tanto, perché capivo che politicamente i tempi non erano ancora maturi. Ora che anche il Pd con Ichino ha presentato un suo disegno di legge, e col ministro Delrio che indica come strada preferenziale quella del Parlamento, credo che ci siamo le condizioni per procedere. Con la presidente della prima commissione del Senato, l’onorevole Finocchiaro, abbiamo parlato di metterla in calendario subito a settembre”.