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Storia dei dragoni giapponesi

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In Giappone, come in molti altri paesi asiatici, i dragoni rappresentano una parte molto importante del folklore e della religione. Le opere d'arte e le statue che ritraggono dragoni si trovano in tutto il Paese e sono la dimostrazione di come essi siano integrati nella società giapponese. Anche se...

In Giappone, come in molti altri paesi asiatici, i dragoni rappresentano una parte molto importante del folklore e della religione. Le opere d’arte e le statue che ritraggono dragoni si trovano in tutto il Paese e sono la dimostrazione di come essi siano integrati nella società giapponese. Anche se i dragoni giapponesi sono simili a quelli cinesi e coreani, essi possiedono comunque caratteristiche uniche, compresa la loro storia.

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Origini
I dragoni giapponesi provengono da tre luoghi diversi: Giappone, Cina e India. I dragoni indigeni del Giappone sono più simili a giganteschi serpenti marini che ai moderni draghi. I dragoni cinesi influenzarono l’aspetto dei dragoni giapponesi. Inoltre, i giapponesi presero in prestito racconti sui dragoni dalla Cina e li adattarono.
I dragoni indiani giunsero in Giappone attraverso la Cina con l’arrivo del Buddhismo. Per esempio Naga, un dragone della poggia che stava a guardia di Buddha, adesso presidia molti templi buddhisti in Giappone.

Caratteristiche
I dragoni giapponesi somigliano agli altri dragoni asiatici. Essi sono lunghi e molto simili a serpenti di vari colori, con quattro piccole zampe. Essi possono volare, sebbene non abbiano ali; possiedono lunghi baffi sul muso simili a quelli dei gatti.
A differenza dei dragoni cinesi, che hanno quattro o cinque artigli per zampa, quelli giapponesi ne hanno solo tre. Essi spesso possono assumere forma umana.

Funzioni
I dragoni giapponesi vivono vicino all’acqua poiché ne sono gli dei. Molto spesso sono a guardia di fiumi, torrenti e oceani. Statue di dragoni si possono trovare presso molti templi buddhisti giapponesi e anche oggigiorno vengono loro rivolte preghiere per ottenere salute e fortuna.

Il Kojiki: i primi dragoni
Molti dragoni sono menzionati nel Kojiki, il più antico manoscritto ritrovato sul Giappone antico, risalente al 629 d.C. . Yamata-no- Orochi è un drago a otto teste che fu ucciso dal dio del vento e del mare Susanoo. Watatsumi é il dio del mare che vive in un palazzo sul fondo dell’oceano dove tiene gioielli magici.

Dragoni cinesi
In seguito, con l’arrivo di viaggiatori cinesi, il Giappone adottò alcuni dragoni della mitologia cinese. Il Dragone Azzurro è uno dei quattro spiriti guardiani che proteggevano l’antica capitale Kyoto. Anche il Giappone possiede quattro re dragoni che vegliano sul mare, uno per ogni punto cardinale.

Dragoni indiani
Con l’arrivo del Buddhismo in Giappone, si aggiunsero altri dragoni, come Hachidai Ryuo, l’ottavo re dei dragoni, il quale stava con Buddha per sentire le sue parole, e Kuzuryu, un dragone a nove teste che veniva venerato nel tempio Togakushi.