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La strage dimenticata dei 28 bambini morti per il vaccino

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Bambini morti per un vaccino sperimentale e poi dimenticati. La ricerca della verità e soprattutto dei responsabili di questo delitto.

28 bambini morti negli anni ’30 per un vaccino sperimentale: di chi sono le responsabilità?

Verità o bufala

Girando su internet si trovano molteplici notizie contrastanti, spesso ci si chiede quanto esse siano vere eppure questa è degna di attenzione per lo scottante tema affrontato: una strage di bambini, morti a causa di un vaccino.

Un vaccino non necessario

Nel 1933 nel piccolo comune veneto di Gruaro, venne somministrato alla cifra irrisoria di 80 centesimi di lire, un vaccino antidifterite e nel giro di una settimana ben 254 bambini vennero vaccinati. L’ufficiale sanitario dell’epoca Betti Bettino, era estremamente contrario poichè non vi era alcun focolaio che rendesse necessario l’utilizzo di questo vaccino ma a causa delle numerose pressioni, il vaccino fu inoculato ai bambini dai 13 mesi fino agli 8 anni.

I primi sintomi

Dopo le prime due settimane iniziarono i terribili sintomi già segnalati dal dottor Betti, dai disturbi gastrointestinali alle paralisi degli arti inferiori ma questo era nulla in confronto a ciò che successe di lì a poco: 28 bambini morirono ed i restanti riscontrarono danni neurologici permanenti.

Un efferato delitto

Questo efferato delitto fu nascosto quanto più possibile dai media, nessuno fu incolpato, ma il suono di quelle piccole vite stroncate dal vaccino, riecheggia ancora per il paese di Gruaro, in quel piccolo cimitero. Solamente nel 2013, pochi anni fa, questa storia venne alla luce grazie alla testimonianza di Adamo Gasparotto in diversi articoli sul Gazzettino; l’uomo, insieme alla sorellina di tre anni, sopravvisse infatti agli effetti del vaccino sperimentale e chiese al sindaco di Gruaro di ricordare ed onorare la memoria di quei bambini morti con una lapide o una targa.

I dettagli della strage

Ariego Rizzotto, nel suo libro “Gruaro, venti secoli di storia”, raccontò che il prefetto di quell’anno, Bianchetti diede disposizioni di somministrare un vaccino antidifterite per tutti i bambini, a causa di numerose infezioni verificatesi nella zona e qualche tempo dopo fu considerata una misura necessaria, pertanto le vaccinazioni vennero avviate nonostante le avversità riscontrate da parte del Parroco di Gruaro, Don Angelo Cominotto. Di lì a poco si verificò il primo caso di paralisi degli arti inferiori in un bimbo di soli 3 anni.

28 vittime

Il lutto dei familiari dei bambini morti portò all’ovvia astensione dalle vaccinazioni ritenute obbligatorie nel 1941. Sulla rivista Il Gazzettino si lesse che ogni famiglia ricevette un rimborso di 7mila lire per sopperire a quella tragedia, ma nulla fu fatto per colpire i veri responsabili della strage, nessuna indagine giudiziaria fu avviata, rimane solo un grande silenzio. Si seppe in seguito che quelle fiale provenivano da un laboratorio di Napoli, dove un contenitore di siero non fu fatto bollire e giunse a Gruaro: si trattava di vaccino vivo.

Un tentavo di rimedio

Non appena si diffuse la notizia, le autorità locali tentarono di rimediare e nascondere le tracce, ritirando le confezioni casa per casa. Gasparotto continua tutt’ora a chiedere una targa commemorativa in onore di quelle 28 vittime innocenti che sono riportate nelle cappelle di Gruaro e Bagnara, senza recare alcuna iscrizione sulle circostanze della loro morte.

Bisogno di verità

In queste circostanze è necessario chiarire la verità di quanto accaduto, soprattutto in questo particolare momento storico dove il dibattito per le vaccinazioni è molto acceso. Quello somministrato ai bambini di Gruaro non era un semplice vaccino comune bensì si trattava di un farmaco in via di sperimentazione, le cui conseguenze si sono rivelate dannose per 254 bambini. E’ dunque necessario recepire quante più informazioni possibili prima di sottoporre i nostri bambini ad una vaccinazione tipo. Intanto la giustizia per quei bambini non è stata ancora fatta.