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Strage di Buffalo, rischio escalation della "Jihad bianca" anche in Italia

Gendron e Traini

La strage di Buffalo è il sintomo della "Jihad bianca". Il fenomeno sta crescendo sempre di più in tutto il mondo, anche in Italia.

La strage di Buffalo non è un caso isolato e non si può parlato di “lupi solitari“. Il jihadismo bianco è un fenomeno in forte crescita ed interessa anche l’Italia. Tra i promotori del manifesto dello stragista statunitense figura anche un noto killer italiano.

La Strage di Buffalo e la “Jihad bianca”: interessata anche l’Italia

Il suo nome è Luca Traini ed è noto per essersi reso protagonista di un attentato a Macerata il 3 febbraio 2018. L’assassino aveva sparato a 6 persone di colore. Fortunatamente non ci furono vittime in quel caso. Attualmente Traini sta scontando una pena di 12 anni. Sarebbe stato strano dunque se il nome di Luca Traini non fosse comparso tra gli ispiratori dell’attentato avvenuto a Buffalo.

L’allarme del Dis

Ciò che preoccupa, ed è stato portato all’attenzione del Parlamento dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), è il fatto che questi sostenitori del “jihadismo bianco” non siano semplici pazzi o singoli indivdui, ma una rete di persone con una solida organizzazione. Che il nome di Traini sia stato associato a quello di Payton Gendron ed altri terroristi sparsi per il pianeta fa pensare che queste organizzazioni vadano oltre i nostri territori o queli statunitensi ed essendo decentralizzate sono anche più difficili da colpire.

Perchè queste organizzazioni sono pericolose?

La pericolosità di queste organizzazioni è data principalmente dalla loro ideologia. Come ha specificato il Dis ed ha riportato il quotidiano la Repubblica, si tratta di organizzazioni “che istigano a porre in essere atti violenti e indiscriminati motivati dall’odio razziale o in linea con quella corrente “accelerazionista” globale che mira alla “soluzione violenta” come unica via per abbattere il “sistema””.

L’ideologia che caratterizza alcuni gruppi paramilitari

Oltre ad organizzazioni decentralizzate che condividono un manifesto ed un’ideologia, vi sono anche gruppi paramilitari, soprattutto in Europa. Un esempio è quello dell'”Atomwaffen Division” a cui è affiliata l'”Unione forze identitarie (Ufi)“. Il compito principale dell’Ufi è quello di “preservare la cultura e l’identità europea da ogni minaccia, individuata negli extracomunitari, negli ebrei, nei membri della comunità Lgbt e nei comunisti“.