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Strage di Erba, Beppe Castagna ricorda la famiglia e racconta la notte dell'omicidio

Strage Erba Beppe Castagna

15 anni dalla strage di Erba, Beppe Castagna ricorda tutti i dettagli in un lungo post sui social.

Lo scorso 11 dicembre ricadevano i 15 anni dalla strage di Erba che costò la vita a quattro persone: Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, Paola Galli e Valeria Cherubini. La condanna definitiva per i responsabili del plurimo omicidio, Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi, arrivò dopo qualche anno, con il caso che assunse un grandissimo clamore mediatico. A 15 anni dai fatti di via Diaz a ricordare le terribili ore è stato Beppe Castagna, che in quella strage perse ben 3 familiari. 

Strage Erba, il ricordo di Beppe Castagna

11 dicembre 2006, ore 19:30-19:45 – scrive su Facebook Beppe Castagna – mia madre sta uscendo di casa passando dagli uffici, in braccio ha il piccolo Youseff, li incrocio e li saluto, faccio un buffetto a Yousi e dico a mia mamma: ci vediamo dopo. Pochi minuti dopo raggiungeranno Raffaella in stazione di ritorno dal lavoro. Altri minuti e si troveranno nella famigerata corte del ghiaccio, dove Raffaella viveva. Scendono dalla macchina, entrano nella palazzina e nell’appartamento. Lì vi trovano le luci spente. Olindo ha staccato la corrente dal contatore e con la moglie è già fuori, sul pianerottolo, con i guanti, lei con il coltello e lui con la ‘stanghetta’ e un coltellino a scatto. Avevano avuto le chiavi del portoncino d’ingresso da una vicina”. 

Erba, la strage nelle parole di Beppe Castagna

Beppe Castagna scende poi nei particolari dell’aggressione con Raffaella che nel tentativo di andare a riattivare il contatore è la prima ad essere colpita e lasciata in fin di vita, seguita dalla madre e infine dal piccolo Youssef. “Resta il bambino – scrive Beppe Castagna – l’odiato bambino, il ‘figlio di p***’, il ‘figlio di bastardo’, Rosa va su di lui e lo accoltella alla gola lasciandolo dissanguarsi sul divano, poi ritorna e accoltella alla gola mamma e Raffaella, ma non è semplice come con il piccolo, quindi insieme al marito prende dei cuscini e cercano di soffocarle”.

Strage di Erba, il post di Beppe Castagna

In seguito “decidono di dare fuoco ai loro corpi e alle camere”, ma il fumo attira l’attenzione dei vicini di casa che escono sul pianerottolo. La furia omicida di Rosa e Olindo si ripercuote su di loro, su Valeria Cherubini e il marito Mario Frigerio. La prima sarà l’ultima vittima della strage, mentre l’uomo riuscirà a salvarsi diventando poi un testimone chiave del caso. Rosa e Olindo li credevano morti. 

“I coniugi Romano – prosegue Beppe Castagna nel suo post – hanno nel frattempo raggiunto la lavanderia, dove avevano posizionato un tappeto, lì si spogliano, buttano vestiti e armi in differenti sacchi della pattumiera. Si rivestono, prendono i sacchi e raggiungono la Seat Arosa lasciata appositamente fuori dal cortile, in piazza. Partono per Como, devono trovarsi un alibi e devono sbarazzarsi delle armi, dei vestiti sporchi, Olindo, netturbino, sa, sul tragitto verso Como quali cassonetti il giorno dopo sarebbero stati svuotati e il loro contenuto portato all’inceneritore… Quindi raggiungono Como, vanno al McDonalds, prendono poca roba, giusto il necessario per uno scontrino che poi esibiranno senza essere richiesto ai Carabinieri che la notte stessa andarono ad interrogarli”.

Strage di Erba, il post di Beppe Castagna e gli appunti di Olindo

Nell’ultima parte del suo scritto, Beppe Castagna menziona anche alcuni appunti che Olindo avrebbe scritto sulla Bibbia in carcere: “Oggi a colloquio con Rosa mi ha raccontato che sono alcune notti che vede Raffaella davanti alla branda come quella sera col sangue che le scende sul volto ed i colpi che gli ho inferto quando la uccidemmo”. “Accogli nel tuo regno il piccolo Youssef, la sua mamma Raffaella, sua nonna Paola e Cherubini Valeria a cui noi abbiamo tolto la vita”. E ancora: “I Frigerio dovevano farsi i c*** suoi”.