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Strage di Erba, il dolore dei familiari: "Speravamo fosse finita"

strage di erba

I familiari di alcune delle vittime della strage di Erba hanno commentato la possibile riapertura del caso.

I familiari di alcune delle vittime della strage di Erba hanno commentato la possibile riapertura del caso, chiesta dalla difesa di Olindo Romani e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo.

Strage di Erba, il dolore dei familiari: “Speravamo fosse finita”

Speravamo fosse finita ma ci risiamo” è il commento dei familiari di alcune delle vittime della strage di Erba sulla possibile riapertura del caso, chiesta dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, appoggiata anche dal Procuratore Generale di Milano, secondo il quale i due coniugi condannati all’ergastolo sarebbero innocenti. Dopo giorni di notizie riguardanti la riapertura del processo, i fratelli Pietro e Beppe Castagna, che hanno perso la sorella Raffaella Castagna, il nipotino Youssef Marzouk, di 2 anni, e la madre e nonna del piccolo, Paola Galli, che sono stati uccisi insieme alla vicina Valeria Cherubini, hanno lasciato un messaggio sui social. “Noi non diremo nulla. Non parleremo più con giornali o altro. Il nostro pensiero rimane quello espresso alcuni anni fa” hanno dichiarato i due fratelli.

Strage di Erba, i familiari: “Consentiteci di difendere la verità”

Nel lungo post i fratelli hanno scritto che hanno vissuto anni di processi, visto decine di periti, ascoltato dibattiti e assistito a tre gradi di giudizio. “Il problema è che in questo meccanismo perverso ci sono vittime, persone e sentimenti, non un prodotto, non una nomination del Grande Fratello, non una discussione da bar, non un rigore mancato su un campo di calcio, ma delle persone, con una vita o quello che ne rimane di essa, e sopravvivere, da anni, a questo meccanismo  non solo è difficile, ma profondamente ingiusto” hanno aggiunto.

Consentiteci di difendere la verità, che per noi è solo una, consentiteci di essere indignati e increduli nel sentire gente che definisce i colpevoli come innocenti vittime di una giustizia sommaria e faziosa, definiti addirittura come ‘un gigante buono e una gracile signora’” hanno scritto, sottolineando che i due hanno brutalmente ucciso la loro madre, la loro sorella, il loro nipotino, la vicina di casa e tentato di uccidere il vicinospezzando pochi anni dopo la sua vita e la vita di nostro padre, facendo vivere a me e a Beppe, a Elena e Andrea Frigerio un incubo continuo“. “La superficialità è meno faticosa del pensiero consapevole e chi sfrutta questa debolezza di molti solo per fare audience o per crearsi carriere o visibilità,  è un vigliacco” è la conclusione del post.