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Strage di Las Vegas, hotel cita in giudizio le vittime

mandala bay hotel

La società che possiede il Mandala Bay hotel, da cui ha sparato il killer, nega ogni responsabilità circa la strage avvenuta nel 2017.

Il primo ottobre del 2017 muoiono 58 persone, e centinaia rimangono ferite, nel corso di una sparatoria avvenuta a Las Vegas. Il colpevole dell’attacco, l’americano Stephen Paddock, ha sparato da una camera d’albergo contro la folla che sta assistendo a un concerto. Dopo aver compiuto quella che è stata presto soprannominata ‘strage di Las Vegas’, Paddock si è suicidato. Nella stanza dell’hotel, in cui soggiorna l’uomo, viene trovato un vero e proprio arsenale. A quasi un anno di distanza, la società che possiede l’albergo Mandalay Bay ha deciso di citare in giudizio, senza richiesta in denaro, alcuni sopravvissuti della sparatoria. L’intento di tale azione legale sarebbe quello di screditare coloro che ritengono anche l’hotel responsabile dell’accaduto, per la scarsa sicurezza e sorveglianza.

Le motivazioni dietro alla causa

La strage di Las Vegas, avvenuta il primo ottobre del 2017, è uno degli episodi più tragici della recente storia statunitense. Inoltre ha dei punti che sono ancora da chiarire, dei nodi complicati da sciogliere, in primo luogo per la morte di Stephen Paddock. Il killer si è tolto la vita, dopo aver compiuto il massacro. Una volta esclusa l’ipotesi di affiliazione a gruppi terroristici, le indagini non hanno chiarito le ragioni alla base del folle gesto. L’uomo, un pensionato statunitense di 64 anni, non risulta avere legami con ambienti estremisti, siano essi di natura politica, religiosa o razziale. Una cosa è certa: Stephen Paddock ha sparato da una delle tremila camere del Mandala Bay hotel; dopo tre giorni di permanenza, il 64enne ha sistemato nella stanza munizioni e due fucili treppiedi. Il Mandala Bay è proprietà della MGM Resorts International, che ha sempre sostenuto di non poter essere ritenuta minimamente responsabile di quanto è accaduto. Non solo: la MGM Resorts International ha citato in giudizio le vittime, ma l’azione legale non prevede una richiesta di denaro. Secondo alcuni legali, che rappresentano i sopravvissuti al massacro, la mossa sarebbe solo un tentativo di screditare coloro che accusano l’albergo di scarsa sorveglianza. Dato che una compagnia di sicurezza con certificazione del Dipartimento di Sicurezza Interna, alla proprietà del Mandala Bay non può essere addebitata alcuna responsabilità, dichiara una nota della MGM Resorts International.

Le reazioni delle vittime

Non ho mai visto un comportamento tanto oltraggioso in trent’anni di pratica”, replica Robert Eglet, avvocato che segue diverse vittime, “che sono citate in giudizio nello sforzo di trovare un giudice gradito alla Società”. I legali infatti hanno affermato che il tentativo della MGM sarebbe quello di evitare i tribunali statali, optando per quelli federali dove la Compagnia avrebbe più possibilità di vincere la causa. Si ricorda che gli addetti alla sicurezza avrebbero ricevuto la certificazione del Dipartimento di Sicurezza Interna degli Usa, quindi la società non si assume responsabilità. Brian Claypool, rimasto vivo durante la sparatoria che ora rappresenta altri 75 sopravvissuti, replica che le motivazioni della MGM Resorts International non reggeranno in un tribunale. “Vado ancora in terapia una volta a settimana- racconta l’uomo a Usa Today– e questo è il loro modo di risolvere il problema. Non assumersi le proprie responsabilità e minimizzare la loro sfacciata negligenza“.