> > Strage via d'Amelio, confermate 4 condanne nel processo "Borsellino Quater"

Strage via d'Amelio, confermate 4 condanne nel processo "Borsellino Quater"

Condanne Borsellino Quater

La Corte di Cassazione ha confermato quattro condanne d'appello nell'ambito del processo Borsellino Quater.

La Corte di Cassazione ha confermato le quattro condanne inflitte nell’ambito del processo Borsellino Quater. Ergastolo per i capomafia Madonia e Tutino e dieci anni per Calogero Pulci. Sconto di pena per Francesco Andriotta.

Condanne Borsellino Quater, le conferme della Cassazione

Sono quindi quattro le conferme della Corte della Cassazione nell’ambito del processo Borsellino Quater. A quasi 30 anni dalla strage di Via d’Amelio avvenuta quel 19 luglio del 1992, sono stati confermati due ergastoli rendendo quindi definitive le condanne per i capimafia Salvatore Madonia e Vittorio Tutino. Per Calogero Pulci è stata confermata la condanna a 10 anni per calunnia. Leggero sconto di pena invece per Francesco Andriotta, condannato per calunnia a 9 anni e 6 mesi rispetto ai precedenti 10 anni.

Condanne Borsellino Quater, la decisione è arrivata dopo oltre 4 ore

Stando a quanto riporta Adnkronos, la sentenza è arrivata dopo oltre 4 ore di Camera di Consiglio. La Corte di Cassazione in particolare, ha confermato la tesi dei giudici secondo i quali la strage di via D’Amelio fu “uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana”. Nello specifico il sostituto procuratore generale Pietro Gaeta ha affermato che le dichiarazioni fatte dai due falsi pentiti Calogero Pulci e Francesco Andriotta rappresentano una delle pagine più tragiche della storia Italiana.

Condanne Borsellino Quater, la motivazione dei giudici nel 2019

La Corte d’Assise d’appello di Caltanissetta, attraverso un documento lungo 377 pagine motivò la sentenza datata 15 novembre 2019 – riporta “Il Fatto Quotidiano” – affermando che Borsellino che non venne ucciso per la Trattativa Stato-Mafia: “Non può condividersi l’assunto difensivo secondo cui la ‘Trattativa Stato-mafià avrebbe aperto “nuovi scenari” in relazione alla “crisi dei rapporti di Cosa Nostra con i referenti politici tradizionali” e al possibile collegamento fra “la stagione degli atti di violenza” e l’occasione di “incidere sul quadro politico italiano”.