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Stretta di mano tra Donald Trump e Vladimir Putin al summit in Vietnam

Donald Trump e Vladimir Putin

Durante il summit in Vietnam Donald Trump e Vladimir Putin si sono stretti la mano. Ancora incerte le sorti del loro incontro.

Donald Trump e Vladimir Putin si sono stretti la mano durante un summit in Vietnam e pare abbiano scambiato qualche parola. Il presidente degli Stati Uniti d’America e quello della Russia si trovano in questi giorni nel paese indocinese per l’APEC, acronimo di Asia-Pacific Economic Cooperation. Disgelo dunque, dopo le tensioni dei mesi scorsi. Ad ora è ancora incerta la sorte dell’incontro congiunto a cui i due dovevano partecipare. La stretta di mano di oggi è arrivata del tutto inaspettata. La comunicazione dei portavoce che avevano riferito di orari diversi dei due presidenti non aveva offerto speranza.

Donald Trump e Vladimir Putin

Il segno di distensione è arrivato per primo da Donald Trump. Durante la foto di di gruppo del summit Apec, è stato il presidente Usa ad avvicinarsi a Vladimir Putin. Una pacca sulla spalla,e uno scambio frettoloso di battute. Poi i due si sono diretti al ricevimento separatamente. Il giallo dell’incontro bilaterale aveva animato la politica estera nei giorni scorsi. Dopo l’annuncio del consigliere del presidente russo Iuri Ushakov di una riunione, era arrivata una pronta smentita da parte del segretario di stato Rex Tillerson. Lo stesso, durante una conferenza stampa a Pechino, aveva descritto come ‘inconsistente’ la possibile riunione tra Trump e Putin.

Russiagate, interrogato Miller

Intanto, secondo quanto viene riportato dai media americani, le indagini sul Russiagate proseguono senza sosta, entrando sempre di più nella sfera di Donald Trump. Difatti, il procuratore speciale Robert Mueller ha interrogato Stephen Miller, consigliere politico del presidente e figura di primissimo piano alla Casa Bianca. Miller è il personaggio più di alto livello finora mai ascoltato nell’ambito delle indagini. A quanto pare, proprio Miller ha avuto un ruolo di primo piano nel siluramento del capo dell’Fbi James Comey: argomento affrontato anche durante l’interrogatorio con il procuratore dell’Fbi.

Secondo quanto viene riportato dai giornalisti americani, uno degli obiettivi degli investigatori dell’Fbi, sarebbe quello di capire se dietro alla gestione del caso Comey, ci sia stato un tentativo da parte della Casa Bianca di ostacolare le indagini sul Russiagate. Inoltre, il procuratore Mueller, sarebbe interessato all’ incontro che si svolse nel marzo del 2016, in piena campagna elettorale, dove il consigliere di politica estera del tycoon, George Papadopoulos si propose per organizzare un incontro tra Trump e Vladimir Piutin. A quell’incontro era presente anche Miller.

Dunque, il procuratore speciale dell’Fbi, Robert Mueller prosegue senza soluzioni di continuità le indagini nella speranza che il caso Russiagate venga archiviato quanto prima, dando però risposte certe alla politica e ai cittadini americani. Una possibilità non del tutto remota, soprattutto se dovesse essere confermata la “partecipazione” della Russia di Vladimir Putin alle ultime elezioni presidenziali americane.