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Stretta sui rave, Piantedosi puntava a confisca di strumentazione e intercettazioni

Il ministro Matteo Piantedosi

Cosa è passato della stretta sui rave richiesta da Piantedosi e cosa deve essere "rifinito" per vitare vizi costituzionali che pregiudichino le norma

Adddio “garage”, la “musica” è finita ed arriva la stretta sui rave, con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che punta a confisca di strumentazione e intercettazioni degli organizzatori su chat e piattaforme in uso per gli eventi.
Il sunto è che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni mostra i muscoli sui rave party, come dice Open “in linea con le norme già in vigore in altri paesi europei, che hanno determinato una riduzione degli eventi di questo tipo”.

Arriva la stretta sui rave di Piantedosi

E il titolare del Viminale Piantedosi aveva annunciato che durante il Consiglio dei ministri di domani avrebbe presentato una prima bozza di provvedimento “per dare nuovi e più efficaci strumenti di prevenzione e intervento”. Quella bozza è stata recepita quasi per intero e da poche ore i rave sono di fatto eventi illegali nella loro sostanza. L’obiettivo era intervenire mediante la confisca obbligatoria dei veicoli, della strumentazione e delle apparecchiature in uso agli organizzatori dei raduni.

Il delicato tema delle intercettazioni

In agenda di rifinitura attuativa anche l’obbligo del ripristino dell’ordine nei luoghi dove si sono svolti i raduni. E la prevenzione? Il Grande Fratello del dicastero, ma qui siamo ancora nel fumus della validità Costituzionale, potrebbe “utilizzare intercettazioni su chat e social network utilizzati da chi organizza gli eventi, come per reati di particolare gravità come corruzione, associazione a delinquere”.