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Studente 13enne trova in Germania il “tesoro dei Vichinghi”

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Straordinaria scoperta in Germania da parte di uno studente di 13 anni e di un suo insegnante: alcuni reperti ribattezzati “il tesoro dei Vichinghi”.

Scoperta eccezionale in Germania, ancora più eccezionale se si pensa che sia stata fatta da un 13enne Luca Malaschnitschenk, che ha trovato monete d’argento, collane e un martello di Thor, dio scandinavo del tuono, del fulmine e della tempesta, adorato dai Vichinghi.

Ecco perchè i preziosi reperti sono stati chiamati “il tesoro dei Vichinghi”. Il giovanissimo scopritore, tuttavia, non era solo, ma con un suo professore, René Schoen, un archeologo dilettante. Ciò non toglie nulla al contributo del ragazzino.

Monete

La vicenda

La scoperta è avvenuta nel gennaio 2018 grazie ad un semplice metal detector: in un campo sull’isola tedesca di Reugen, sul Mar Baltico, Luca e René hanno trovato un’antica moneta, che hanno subito provveduto a depositare all’Istituto archeologico del Land (Stato federale) del Meclemburgo-Pomerania, dove gli studiosi del posto hanno stabilito che risalisse a mille anni fa.

Da lì una squadra di archeologi, ovviamente insieme agli autori del ritrovamento, si è recata in quel punto dell’isola dove esso era stato effettuato e, scavando, hanno scoperto anelli, orecchini, bracciali ed altri monili, nonchè addirittura 600 monete d’argento e un martello del Thor, risalenti al tardo periodo vichingo, quando governava re Araldo I di Danimarca soprannominato “Dente Azzurro” (Harald Blåtand o Bluetooth, 911 – 1° novembre 987), il primo sovrano che unificò il Paese dal punto di vista politico e religioso, introducendo il cristianesimo. Egli era così chiamato probabilmente perchè aveva un dente marcio oppure perchè si colorava i denti in questo modo come facevano alcuni guerrieri nordici della sua epoca.

Il tesoro potrebbe essere stato sotterrato attorno agli anni Ottanta del IX secolo d.C: re Araldo era stato costretto a fuggire nella regione tedesca della Pomerania – situata tra il nord della Polonia e della Germania, e nota soprattutto per la deliziosa razza canina dei “volpini di Pomerania” – a causa di una congiura a capo della quale c’era il suo stesso figlio, Sven “Barbaforcuta” (Sven Tveskägg) e lì venne ucciso. Il tesoro è rimasto sotto terra fino ad ora.

I lavori

Una scoperta di straordinaria importanza

Renè Schoen ha definito il ritrovamento fatto con il suo studente il più importante della propria vita e non meno lo valutano gli archeologi dell’Istituto del Meclemburgo-Pomerania, i quali hanno sottolineato che si è trattato del più importante scavo del Baltico meridionale di monete dell’età del re “Dente Azzurro” ed è quindi “di straordinaria importanza”.

Un curioso riferimento all’attualità

Precedentemente abbiamo ricordato che in inglese “Dente Azzurro” si dice “Bluetooth”, che come sappiamo è il nome dato in questi anni dalla celeberrima multinazionale tecnologica svedese Ericsson allo standard che mette in comunicazione cellulari, tablet e computer, proprio come Araldo aveva fatto con i popoli scandinavi: il nome è un omaggio al grande re vichingo e il logo, H.B., è fatto con le iniziali del sovrano, che sono appunto azzurre.

Il re Bluetooth