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Coppia italiana stupra e truffa ragazza vittima di Chernobyl

Ragazza4

22enne di Chernobyl rimasta invalida dopo un incidente, violentata e truffata dalla coppia che la ospitava fin da bambina. E’ successo a Forlì.

Terribile esperienza per una ragazza di Chernobyl, oggi 22enne, che è stata violentata e truffata da una coppia di Forlì che la ospitava durante l’estate – quindi non l’aveva adottata – fin da quando lei aveva dieci anni nell’ambito del progetto di accoglienza rivolto ai bambini vittime delle radiazioni causate dall’esplosione, nel 1986, del reattore numero 4 della centrale nucleare situato nella città bielurussa.

La ragazza, nel 2014, appena dopo essere diventata maggiorenne, è pur rimasta invalida all’80% a causa di un incidente stradale mentre andava in bicicletta, e la coppia italiana le avrebbe sottratto dei 2,120 milioni di euro di risarcimento che le erano arrivati. In questo modo i due potevano, senza averne alcun diritto, fare il bello e il cattivo tempo sulla vita della giovane, che nel frattempo è stata anche vittima di stupro da parte dell’uomo. In mattinata è prevista una conferenza stampa sulla vicenda nella Questura di Forlì, per fornire i dettagli dell’operazione.

Le accuse

I due sono finiti in manette a seguito di indagini condotte dalla Squadra mobile, coordinate dalla Procura di Forlì con le accuse a vario titolo di maltrattamenti, truffa, circonvenzione di incapace e violenza sessuale. Si attende ora di sapere cosa emergerà dalla conferenza stampa delle autorità cittadine.

Forlì

La vera solidarietà coi “bambini di Chernobyl”

A parte il caso che abbiamo appena raccontato di questa ragazza, continua in Italia e altrove la solidarietà nei confronti delle vittime del disastro nucleare avvenuto a Chernobyl 32 anni fa: una solidarietà che si è sempre dimostrata in particolare per quanto riguarda i bambini.

Bambini Chernobyl

Nei primi Anni Novanta iniziarono i cosiddetti “soggiorni di risanamento” presso famiglie italiane e di altri Paesi nei confronti dei piccoli che provenivano dalle aree contaminate: soprattutto la Bielorussia – in cui si disperse circa il 70% delle sostanze radioattive -, ma anche Ucraina e Russia.

Si tratta di un risanamento fisico ma anche psicologico, dato che spesso ne beneficiano minori provenienti da istituiti o da famiglie problematiche.

Una “diminuzione costante” degli accoglimenti

Anche se, come abbiamo detto, famiglie italiane continuano ad accogliere giovani provenienti da Chernobyl, il fenomeno è in constante diminuzione, hanno spiegato gli addetti ai lavori – compresa la Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – due anni fa, in occasione del 30° anniversario del disastro. Ciò dipende forse dalla crisi economica, ma anche da un calo di attenzione nei confronti del “problema Chernobyl”, che però, purtroppo, ancora rimane.