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Stupri di Rimini. In manette tutta la banda

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Il quarto uomo della banda protagonista degli stupri di Rimini è in manette. Si chiama Butungo, ha 20 anni, congolese. E' stato identificato come il capo

Con l’arresto del “quarto uomo”, tutti i quattro responsabili degli stupri di Rimini sono in mano agli investigatori. L’uomo, che stava tentando la fuga, è stato fermato mentre cercava di raggiungere la Francia.

In manette tutti gli autori degli stupri

La svolta nelle indagini si era avuta già nella giornata di ieri, quando uno dopo l’altro avevano si erano consegnati alla giustizia tre dei quattro componenti la banda. Per primi erano stati i due fratelli marocchini (rispettivamente, 15 e 17 anni); poi era toccato al nigeriano di Pesaro, anche lui 17enne. A questo punto, il cerchio delle indagini si è stretto anche attorno al quarto autore degli stupri. Già nella giornata di ieri era forte la sensazione che si sarebbe trattato solo di questione di ore.

Preso il capo

Si tratta di quello che è stato identificato come il “capo” del branco che la settimana scorsa ha violentato prima una ragazza polacca, poi due trans. Si chiama Guerlin Butungu, 20 anni, è di origini congolesi e gode dello status di rifugiato. L’arresto è stato effettuato nella notte, mentre Butungu stava cercando di raggiungere in treno il confine con la Francia. Sembra, secondo le testimonianze degli altri tre complici, che il congolese avesse confidato loro che là avesse la possibilità di nascondersi e di far perdere così le proprie tracce. Proprio lo status di rifugiato lo hanno però ostacolato nella fuga: le sue impronte sono infatti state messe a disposizione dei circuiti delle polizie di tutta Europa al momento dell’ingresso nel nostro Paese. Inoltre, i nostri investigatori avevano diffuso, già da ieri pomeriggio, foto segnaletiche e generalità di Butungu. Le possibilità di fuga erano quindi ridotte al minimo.

Le testimonianze che lo hanno incastrato

Oltre ai suoi complici, costituendosi, hanno permesso di concludere l’operazione. Per la ricostruzione degli eventi e per definire il ruolo di Butungu sono invece state preziose le testimonianze delle vittime. In particolare quella di una delle due trans, di origine peruviana, che è stata molto circostanziata nel racconto degli eventi. Seguendo queste testimonianze, gli investigatori hanno potuto identificare il profilo del delinquente. Unico maggiorenne del gruppo, sarebbe stato anche il “capo” del branco. La trans peruviana lo ha chiaramente identificato grazie all’abbigliamento e dal fatto che dava ordini a tutti gli altri.

Le reazioni all’arresto

Il plauso per l’efficacia delle nostre forze dell’ordine è stato unanime. Non solo all’interno dei nostri confini. Il Ministro dell’Interno Marco Minniti ha voluto congratularsi con il Capo della Polizia Gabrielli e con tutto il personale della squadra mobile di Rimini e Pesaro. “Grazie a una complessa e articolata attività investigativa sono stati individuati e assicurati alla giustizia in tempi brevi i presunti autori di delitti così efferati”, ha detto. La polizia polacca ha invece affidato a Twitter i ringraziamenti ai colleghi italiani per la brillante conduzione delle indagini. Lo status di rifugiato di Butungu alimenterà certamente la polemica politica sull’accoglienza agli immigrati. Matteo Salvini ha già commentato sul suo profilo Facebook: “Presi gli stupratori di Rimini. Due marocchini e due congolesi. Strano. Non erano mica qui a pagarci le pensioni?”