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Stupro Firenze: 'Non so perché mi sono fatto trascinare. Violenza? Non c'era contrarietà'

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All'inizio del processo per i due carabinieri che si sono macchiati dello stupro di Firenze l'appuntato 40enne si discolpa.

Lo stupro di Firenze

Nella notte tra il 6 e 7 settembre due turiste americane appena uscite dalla discoteca Flo di Firenze sono state violentate da due carabinieri. Secondo quanto è stato ricostruito da chi sta indagando sul caso, le due giovani americane erano in stato confusionale: una delle due aveva bevuto e l’altra aveva aggiunto all’alcol l’hashish. In pieno stato confusionale sono state raggiunte da due carabinieri, un appuntato di 40 anni e un suo collega di 20 anni, che avrebbero dovuto riaccompagnarle a casa per metterle al sicuro. Ma nessuno poteva immaginare che il pericolo fosse costituito proprio dalla compagnia dei due carabinieri: i due rappresentanti dell’arma fermano le ragazze in un palazzo storico e nell’appartamento dove si erano appoggiate e le violentano. Una delle due era talmente avvolta dai fumi dell’alcol che non si reggeva nemmeno in piedi, ma l’altra ha avuto la prontezza di spirito di prendere il cellulare durante lo stupro e scattare una foto al carabiniere 40enne che la stava violentando.

La denuncia e la sospensione

Grazie anche alla foto scattata da una delle due ragazze durante lo stupro è stato possibile accertarsi di quanto è accaduto. Un’altra prova che testimonia la violenza compiuta dai due carabinieri è rappresentata dalle riprese delle telecamere di sorveglianza che circondavano il palazzo storico dove è avvenuto lo stupro. Sabato i due carabinieri sono stati sospesi e per loro è iniziato il processo, dopo la denuncia sporta dalle due turiste. L’appuntato 40enne ritratto nello scatto rubato durante lo stupro si dice costernato e ancora non riesce a capire come abbia fatto a compiere un atto inqualificabile come questo. Allo stesso tempo, però, continua ad asserire che “non sembrava ubriaca, non barcollava, non puzzava di alcol, connetteva bene i discorsi” oltre al fatto che “aveva un’aria più matura, vicino alla trentina di anni“.

Il processo

Ha riferito queste stesse parole al suo avvocato difensore, Cristina Menichetti. Insiste anche nel dire che la ragazza sembrava consenziente: “Non ho percepito nessuna contrarietà” Dimentica, forse, che le ragazze erano evidentemente stordite dall’alcol e dall’hashish e che erano prive della forza necessaria a respingere lo stupro da parte dei due carabinieri. L’avvocato delle due ragazze violentante, Gabriele Zanobini, infatti, ci tiene a sottolineare questo punto: “Le due ragazze erano in una situazione alterata, anche a causa dell’alcol. In questa fattispecie il non consenso è implicito” e soprattutto che lo stupro non è fatto solo “con la violenza fisica, ma anche abusando delle condizioni di inferiorità psichica o fisica al momento del fatto” Il colonnello Roberto Riccardi parla a nome dell’Arma e dice: “Non faremo sconti, non esiste un rapporto consenziente in una simile situazione. I due militari erano in turno e dunque non avrebbero dovuto fare nulla di quanto invece è accaduto” Si spera che con questo processo possa essere fatta giustizia.