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Sudan, a Khartoum scontri tra esercito e paramilitari: spari vicino all'ambasciata italiana

Scontri in Sudan

Violenti scontri a Khartoum, in Sudan, tra esercito e paramilitari. Il numero di persone uccise è salito a 56.

Violenti scontri a Khartoum, in Sudan, tra forze armate e forze di supporto rapido. Sullo sfondo, la rivalità che va avanti da settimane tra i due generali dietro il colpo di Stato del 2021. Il numero di persone uccise è salito a 56 e ci sono 595 feriti, come dichiarato dal Comitato centrale dei medici sudanesi su Twitter.

Sudan, a Khartoum scontri tra esercito e paramilitari: spari vicino all’ambasciata italiana

Sono scoppiati degli scontri a Khartoum, in Sudan, sullo sfondo della rivalità tra i due generali dietro il colpo di Stato del 2021. Un funzionario delle Nazioni Unite ha dichiarato di aver ricevuto segnalazioni di combattimenti nei quartieri di Riyadh, Khartoum 2, Manshiya e Soba “letteralmente ovunque“. Alcuni testimoni hanno parlato di spari nella zona dell’ambasciata italiana, mentre il New York Times ha parlato di uomini armati che hanno circondato la Tv di Stato nella città di Omdurman. I paramilitari hanno preso il controllo dell’aeroporto e del palazzo presidenziale, mentre le forze aeree governative hanno dichiarato di aver distrutto una base appartenente ai paramilitari. L’esercito sudanese ha negato che i paramilitari abbiano preso il controllo dell’aeroporto di Khartoum.

Si spara anche a Khartoum 2. Vengono usate anche armi pesanti e circolano carri armati, si sentono forti esplosioni” ha riferito una fonte all’Ansa. Altri testimoni hanno riferito di combattimenti ed esplosioni anche vicino al quartier generale delle forze paramilitari di supporto rapido (Rsf) del generale Mohamed Hamdane Daglo nel Sud di Khartum, mentre i giornalisti sul posto hanno sentito sparatorie nei pressi dell’aeroporto e nella periferia settentrionale. “Colonne di fumo si levano dall’interno della base aerea di Marawi, fra scontri tra l’esercito e le Forze di supporto rapido (Rsf) nella base e nella capitale, Khartoum” ha riferito la tv Al Arabiya.

Le accuse tra esercito e paramilitari e lo scontro tra i generali

L’esercito sudanese ha dichiarato che i paramilitari hanno attaccato le sue basi a Khartoum e altrove. “Combattenti delle Forze di supporto rapido hanno attaccato diversi campi dell’esercito a Khartoum e altrove in Sudan” ha dichiarato il generale di brigata Nabil Abdallah, portavoce dell’esercito, all’Afp. “Gli scontri sono in corso e l’esercito sta svolgendo il suo dovere di salvaguardare il Paese” ha aggiunto. Gli scontri tra esercito e paramilitari si stanno aggravando. Il generale Mohamed Hamdan “Hemedti” Dagalo, comandante delle Rsf e vicepresidente del Consiglio sovrano, aveva respinto atti compiuti lo scorso 25 ottobre dal presidente dello stesso Consiglio e comandante in capo dell’esercito, il tenente generale Abdel-Fattah Al-Burhan, definendoli un “colpo di Stato“. Erano anche emerse divergenze sul processo politico per una transizione alla democrazia basato sull’accordo-quadro firmato lo scorso 5 dicembre, su questioni di sicurezza e riforma militare.

Le reazioni delle ambasciate

Sono in corso, nella giornata di sabato 15 aprile, scontri a fuoco a Khartum. L’aeroporto è stato al momento chiuso e molte strade risultano bloccate” si legge sul sito Viaggiare sicuri “ai connazionali al momento presenti, si raccomanda di non lasciare la propria abitazione ed esercitare massima prudenza“. “La situazione resta tesa ma gli italiani presenti stanno bene e in stretto collegamento con l’Ambasciata d’Italia in Sudan. Il nostro invito è quello di non abbandonare le proprie abitazioni” ha ribadito Antonio Tajani, ministro degli Esteri. Gli italiani residenti in Sudan sono circa 150, di cui quasi una metà nella capital Khartoum. Si tratta per lo più di dipendenti dell’Ambasciata, dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, di ong e di piccoli imprenditori.

John Godfrey, ambasciatore americano in Sudan, è stato costretto a rimanere chiuso in casa. Il diplomatico ha scritto sui social che insieme al personale dell’ambasciata “sono rimasti chiusi in casa“. Godfrey ha denunciato che l’escalation “è estremamente pericolosa” e ha invitato la leadership delle fazioni in lotta a fermare gli scontri. L’ambasciata russa ha espresso preoccupazione e ha invitato a cessare il fuoco.