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Suicida a nove anni perché omosessuale e bullizzato

Jamel Myles

Solo quattro giorni dopo l'inizio della scuola la madre ha trovato presso la propria casa il corpo senza vita del figlio. Sotto accusa i compagni.

A Denver, in Colorado, un bambino omosessuale di soli nove anni si è suicidato perché vittima di bullismo a scuola. La madre Leia Pierce ha trovato il corpo del figlio senza vita nella propria abitazione Giovedì 23 agosto, e il primo rapporto rilasciato dalla polizia lunedì 27 agosto ha confermato trattarsi di un suicidio.

Suicidato perché omosessuale

La madre ha raccontato alla polizia che il figlio Jamel Myles nel corso dell’estate le aveva confidato la propria omosessualità: “lui sembrava molto spaventato quando me lo ha detto” spiega. “Mi ha detto di essere gay, e all’inizio pensavo mi prendesse in giro. Siccome stavo guidando mi sono girata verso di lui, e ho visto quanto fosse terrorizzato. Allora gli ho detto che per me non cambiava niente, che comunque gli volevo bene”.

La decisione di fare coming out a scuola

La madre racconta che quando suo figlio le ha detto di essere gay ormai mancava solo una settimana all’inizio delle lezioni. E che aveva deciso di fare coming out a scuola, e di parlare ai suoi compagni della Joe Shoemaker Elementary School di questa sua nuova scoperta perché non voleva nascondersi, ed era orgoglioso di sé. “Una decisione che lo aveva reso decisamente ansioso, ma che io ho supportato” dice Leia.

Coraggio che gli è costato caro

Un coraggio che però deve averlo messo in estrema difficoltà, perché dopo solo quattro giorni dall’inizio delle lezioni il ragazzo ha deciso di togliersi la vita.
“Sono stati sufficienti solo quattro giorni di scuola. Posso solo immaginare che cosa gli abbiano detto i suoi compagni”, racconta la madre. E si viene a sapere che Jamel ha detto a sua sorella maggiore che è stato proprio a scuola, che tra le altre cose gli hanno detto che doveva uccidersi. “Mi dispiace che non sia venuto a parlarne con me” prosegue la mamma del ragazzo. “Mi dispiace terribilmente che abbia pensato che quella del suicidio fosse la sua unica opzione, e spero che nessun genitore debba mai dover affrontare quello che sto affrontando io in questo momento”.

La suola del giovane ha mandato una lettera alle famiglie degli altri ragazzi spiegando l’accaduto, mettendo a disposizione psicologi e assistenti sociali per i compagni, che dovranno affrontare questo trauma.

“Del bullismo responsabili i genitori”

Leia Pierce, la madre del giovane Jamel, è però convinta che i veri responsabili degli atti di bullismo che hanno portato il figlio a suicidarsi siano i genitori dei compagni di scuola. “i genitori sono da ritenersi responsabili, perché o sono loro ad insegnargli a comportarsi così, o perchè essi stessi li trattano in questo modo”.