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Suicidio Cassino, la figlia potrebbe sentirsi in colpa

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Suicidio Cassino, la ragazzina di 14 anni adesso potrebbe entrare in una grave fase di rimorsi e sensi di colpa per la morte del padre

Suicidio Cassino, la morte di quel padre influenzerà per sempre l’esistenza di quella famiglia. Ma, soprattutto, influenzerà la vita ed il modo di pensare di quella povera ragazzina di 14 anni. Per assurdo, la povera vittima potrebbe a sua volta sentirsi colpevole. Dal suo punto di vista, infatti, è stata la sua denuncia in quel tema scolastico ad innescare il suicidio del padre. Un uomo che comunque lei amava e che era importante per lei.

Suicidio Cassino

I risvolti psicologici di questa storia del suicidio Cassino possono essere tremendi. A pagare il prezzo più alto è la ragazzina di 14 anni, che ha più volte subito abusi sessuali da parte del padre. Adesso che l’uomo si è suicidato, tutte le certezze che ha avuto quando ha scritto quel tema per scuola potrebbero essere crollate. Infatti tutto è partito da quello scritto che ha dovuto consegnare all’insegnate di italiano. Lì, la giovanissima ragazza ha denunciato gli abusi compiuti dal padre su di lei. Adesso non è certo se agirebbe di nuovo in quel modo. Infatti, potrebbe insediarsi in lei un senso di colpa che non rende più lucidi i suoi ragionamenti. Probabilmente, lei pensava ancora di avere un padre, di poter avere un padre. Ma l’uomo, preso dai sensi di colpa e magari anche per sottrarsi alle proprie responsabilità, ha deciso di farla finita. Se la ragazza tornasse al momento della scrittura di quel tema, intitolato ‘Scrivi una lettera a tua madre confessandole ciò che non hai il coraggio di dirle‘, potrebbe scegliere di salvare la vita del padre evitando di denunciare i suoi abusi sessuali commessi.

Ragazza coraggiosa

Adesso, è di vitale importanza il sostegno psicologico a cui la ragazza di 14 anni deve essere assolutamente affiancata. È necessaria una figura che la possa far acquistare lucidità. O, comunque, la certezza di non averla persa. Infatti, lei ha fatto la cosa giusta. Ha avuto il coraggio di denunciare, per di più suo padre. Una situazione famigliare tremenda, nella quale c’è anche la colpevolezza della madre che ha sottovalutato colpevolmente la vicenda. Quel tema è stata una salvezza per lei. Adesso non deve più subire violenze.

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Uomo piccolo e debole

A sbagliare, ancora una volta, è il padre. Ha dimostrato di non essere in grado di prendersi le proprie responsabilità dopo essere stato debole. Per di più, lui lavorava anche come poliziotto penitenziario, quindi doveva più di tutti aver sviluppato un certo senso critico e del vivere. Il suicidio Cassino mette in luce un uomo debole e piccolo, consapevole dei suoi difetti e delle sue colpe, ma che non ha voluto e cercato di porvi rimedio. Ha scelto una soluzione fortemente egoista, pensando solo a se stesso, proprio come quando abusava sessualmente della figlia. Con quel gesto estremo ha solo peggiorato la situazione famigliare, in particolare per la figlia. Ha ragione l’avvocato di famiglia a definire questo suicidio Cassino come il drammatico epilogo di un ancor più drammatica vicenda. Speriamo che la vittima, di soli 14 anni, di questa storia sia invece forte.