> > Sul caso Ruby, Bersani attacca: Berlusconi si dimetta.

Sul caso Ruby, Bersani attacca: Berlusconi si dimetta.

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Secondo il leader del Partito Democratico, Berlusconi adesso dovrebbe fare un passo indietro ed infatti dice: "Noi non chiediamo le elezioni anticipate, non le temiamo ma non togliamo a Berlusconi le castagne dal fuoco". Pier Luigi Bersani corregge la richiesta fatta ieri di elezioni anticipate a ...

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Secondo il leader del Partito Democratico, Berlusconi adesso dovrebbe fare un passo indietro ed infatti dice:
“Noi non chiediamo le elezioni anticipate, non le temiamo ma non togliamo a Berlusconi le castagne dal fuoco”. Pier Luigi Bersani corregge la richiesta fatta ieri di elezioni anticipate a seguito dello scandalo che sta travolgendo il presidente del Consiglio mentre oggi è il terzo polo che sembra spingere per una soluzione di questo tipo. Una precisazione, da parte del segretario, che al Nazareno motivano così “ogni soluzione, comprese le elezioni, è meglio della situazione attuale” ma “c’è un percorso indicato dalla Costituzione che coinvolge il Presidente della Repubblica, il parlamento…” perciò il Pd può dire “siamo pronti al voto” ma in realtà “noi siamo pronti a tutte le soluzioni, anche al governissimo, pur di uscire dalla situazione attuale”. Parole che vengono spiegate così da chi nel Pd, come i lettiani, credono che il voto non sia la strada migliore da percorrere: stiamo cercando di fare muro, insieme a Fini e Casini per disarcionare Berlusconi e non andare al voto ma tentare di continuare la legislatura con un altro governo. E’ ovvio che la premessa a questa ipotesi del tutto futuribile, ammettono le stesse fonti parlamentari, è quella di coinvolgere la Lega, interessata più di tutto a ottenere il federalismo fiscale. Come ha ribadito anche oggi Roberto Calderoli: Di fronte a un parere negativo sul decreto di attuazione del federalismo che riforma la fiscalità municipale “politicamente non avrebbe senso andare avanti”. Uno ‘spiraglio’ su cui il Pd intende lavorare in stretto contatto con il terzo polo: non a caso infatti negli ultimi giorni sia Bersani che Enrico Letta hanno parlato con Fini e con Casini. Sul fronte interno invece emergono le diverse sensibilità che Bersani ha cercato di tenere assieme con l’uscita di oggi, come i lettiani anche Franceschini crede che la soluzione non sia chiedere il voto. Anche perchè in quel caso si riapre il capitolo alleanze, e lì si ripresentano le divisioni tra chi preferisce il Terzo polo e chi invece punta su Vendola. Mentre ad esempio Rosy Bindi pensa che “visto che la situazione è insostenibile. Se la maggioranza non è in grado di trovare una soluzione al suo interno, nè ci sono le condizioni per un governo di responsabilità nazionale, come abbiamo proposto, l’unica via è chiedere il voto anticipato perchè così non si può andare avanti”. In vista del Lingotto 2 intanto oggi è andato in scena il ‘disgelo’ nei rapporti con la minoranza, Bersani ha parlato prima con Veltroni poi con Fioroni e a coronamento di una ritrovata unità, tutti i leader del partito saranno a Torino sabato prossimo all’iniziativa di Modem