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Sulla mia pelle: gli ultimi 7 giorni di Stefano Cucchi

Stefano Cucchi

E' stato accolto tra gli applausi e le lacrime "Sulla mia pelle", il film che racconta gli ultimi 7 giorni di vita di Stefano Cucchi.

“Sulla mia pelle”, che racconta gli ultimi 7 giorni di vita di Stefano Cucchi, approda nei cinema di Roma. Presentato alla mostra di Venezia, il film ha l’obiettivo di far dimenticare al pubblico le foto che ritraggono Stefano morto sul lettino autoptico “e ridargli vita” come spiega il regista Alessio Cremonini. E’ anche un modo per “non arrenderci all’ipocrisia di una giustizia che non è sempre uguale per tutti” come sottolinea Ilaria Cucchi.

Il film sugli ultimi 7 giorni di Stefano Cucchi

“Sono profondamente commossa. Provata. Guardo il cielo sperando di poter incontrare il tuo sguardo.
Non vedo nulla. Solo le luci accese della sala Darsena dove è appena terminato il film sulla tua morte” scrive il 29 agosto scorso Ilaria Cucchi, al termine della proiezione di “Sulla mia pelle”, presentato alla mostra del cinema di Venezia. Il film, scenaggiato e diretto da Alessio Cremonini, racconta infatti la tragica storia e fine di Stefano Cucchi, il ragioniere romano morto il 22 ottobre 2009 a 7 giorni dal suo arresto. Il film, spiega il regista, “nasce dal desiderio di strappare Stefano alla drammatica fissità delle terribili foto che tutti noi conosciamo, quelle che lo ritraggono morto sul lettino autoptico, e ridargli vita“. Ma è anche un “modo di battere, di opporsi alla più grande delle ingiustizie: il silenzio” aggiunge.

Ad interpretare Stefano Cucchi è stato l’attore Alessandro Borghi mentre è Jasmine Trinca a mettersi nei panni la sorella Ilaria. Al termine della proiezione a Venezia, tanti applausi e abbracci e “le 1500 persone che stipano il cinema si stringono tutte intorno, quasi tutte in lacrime” racconta commossa Ilaria Cucchi. “Quello che voglio dire – aggiunge in queste ore, in vista della proiezione a Roma – è che poter raccontare oggi questa storia a questa infinità di gente è il frutto dei sacrifici miei e di Fabio (Anselmo, ndr) e del nostro non arrenderci all’ipocrisia di una giustizia che non è sempre uguale per tutti e che purtroppo quasi mai cammina da sola”.

Alessio Cremonini infatti sottolinea: “Nei sette giorni che vanno dall’arresto alla morte Stefano Cucchi viene a contatto con 140 persone fra carabinieri, giudici, agenti di polizia penitenziaria, medici, infermieri e in pochi, pochissimi, hanno intuito il dramma che stava vivendo”. E pochi purtroppo lo intuiscono ancora oggi, in attesa che la magistratura metta finalmente la parola fine a questa lunga inchiesta. Rivolta al fratello, Ilaria Cucchi però assicura: “Tu sei un atto d’accusa vivente, sì, vivente, contro quel modo di pensare ignorante e violento. – concludendo – Tu che di violenza sei morto”.